Il Sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque (M5S) |
Le Iene in Comune: “La casa di mio padre? Sanata. E quella
dell’assessore lo sarà”
La premessa del sindaco grillino Patrizio Cinque è cauta:
“La mia ricostruzione non sarà esaustiva”. E in effetti non lo è stata: le case
dei mafiosi dentro villa Valguarnera? “Acquisite allo Stato”. I principi
Alliata? “Non sono paladini della legalità”. Le case abusive della mia famiglia
e di quella dell'assessore Tripoli? “Vero, la mia era abusiva ma poi è stata
sanata, il padre dell'assessore è in attesa dell’autorizzazione. Qui l’abusivismo
era la regola, abbiamo 8.000 pratiche di condono, ma perché le colpe dei padri
devono ricadere sui figli?”. A Bagheria la lotta agli abusivi era stata un
cavallo di battaglia elettorale, nel 2014 il sindaco ha firmato un protocollo
con la Procura di Palermo: 900 le case da abbattere, 27 quelle che gli
amministratori a 5Stelle hanno promesso di radere al suolo immediatamente.
Quante ne hanno abbattute? “Finora non è pervenuta nessuna comunicazione di
demolizione”, dicono alla Procura di Palermo.
A Bagheria Le Iene svelano gli abusivismi di famiglia di
sindaco e assessore a 5Stelle accusandoli di timidezza di fronte agli abusi
edilizi dei mafiosi e svelano la distanza tra promesse elettorali e prassi
amministrativa. Non è possibile sapere perché le case non sono state abbattute
perché il sindaco Cinque non risponde ai giornalisti, e sceglie Facebook per
postare quattro video di un quarto d’ora ciascuno in cui prima fa i nomi di due
presunti mafiosi titolari di un’agenzia di onoranze funebri, forse per
dimostrare la sua intransigenza verso i boss, e poi si difende puntando il dito
su un ex compagno di partito, il senatore Francesco Campanella, ora passato a
L’Altra Europa con Tsipras: “La casa del boss Gino Di Salvo era stata assegnata
ai Vigili del fuoco, ma un senatore del M5s si oppose e l’Agenzia fece
dietrofront”. Il servizio de Le Iene mette a nudo imbarazzi e difficoltà del
movimento di Grillo nell’amministrazione di un centro come Bagheria, dove fino
a dieci anni fa Bernardo Provenzano trascorreva indisturbato la sua latitanza
tra i giardini di villa Valguarnera, “raccogliendo i miei asparagi”, come dice
la principessa Alliata, da decenni impegnata a difendere una fetta del parco
trasformata negli anni in un quartiere abusivo dove i boss Di Salvo, Flamia e
il re delle cave Salvatore Buttitta hanno costruito le proprie ville. È la
“mafia road”, come l’hanno battezzata Le Iene che per il sindaco rischiano
adesso una querela visto che, sostiene Cinque, “bisogna chiedere scusa ai
cittadini che abitano in via Sofocle”: a parte i tre mafiosi, dice, “in quella
strada vi sono 16 immobili che hanno ottenuto la concessione edilizia e alcuni
anche l’abitabilità e l’agibilità. E per altri due abbiamo ordinato la
demolizione”. E siccome il sindaco ai giornalisti non risponde non è stato
possibile chiedergli se è vero, come hanno mostrato Le Iene, che alcune di
quelle concessioni sono in realtà decadute perché vincolate ad una demolizione
parziale mai effettuata.
Sarebbe la prova di quella timidezza nei confronti dei
mafiosi che brucia di più e che il sindaco ribalta sulla principessa Alliata e
sui suoi familiari: “Fu il principe Alliata a opporsi al piano regolatore
chiedendo di poter costruire – dice Cinque nel video – e fu lui a vendere alla
famiglia Flamia, che (dice testualmente senza nominare la parola mafia, ndr),
avrà una sua storia”. E le sue accuse non risparmiano neanche la principessa
intervistata da Le Iene: “Nel marzo 2013 – dice il sindaco – durante la
redazione dell'ultimo piano regolatore propose di inserire all'interno della
villa un'area per insediamenti turistico-congressuali. Ma le fu detto di no”.
Per poi alla fine ammettere: “È vero, la casa dei miei genitori è abusiva, ma
siccome non ricade in una zona di inedificabilità, visto che il vincolo
monumentale verrà apposto solo dopo gli anni 90, è stata sanata. E anche la
casa del padre dell’assessore Tripoli, la ricostruzione di un rudere di 72
metri quadri, è in attesa di una regolarizzazione. Qui l’abusivismo edilizio è
stato per decenni un fenomeno diffuso”.
C'è bisogno di commenti? Fuori i documenti, al di fuori dei motivi per cui le iene sono arrivate a Bagheria.
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