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giovedì 24 settembre 2015

Esami “inutili”, pagano i malati. Medici in rivolta

Dalla Tac al colesterolo, molti vincoli.
I sindacati della sanità: pronti allo sciopero


L’autunno caldo della Sanità è già iniziato. La rivolta montante dei medici, nessuna sigla esclusa, ha costretto ieri Palazzo Chigi a far uscire una velina riparatoria: “Nella legge di Stabilità si studia una norma contro le cause temerarie ai medici, per il 97% false”. Una pezza calda contro la mobilitazione generale a difesa della sanità pubblica su cui i sindacati cercano un’intesa. Sotto accusa la black list di 208 prestazioni sanitarie, oggi coperte dallo Stato, che non lo saranno più se non verranno rispettate alcune “c on dizioni di erogabilità”. Senza quelle, i medici che le prescrivono verranno sanzionati per via amministrativa, colpendo la parte accessoria del trattamento economico, che per quelli di base vale gran parte dei compensi. Il decreto è stato predisposto dal ministero della Salute guidato da Beatrice Lorenzin, e sottoposto martedì alle sigle dei medici, che avranno ancora 24 ore per dare il loro parere, inviando una email al ministero. La settimana prossima andrà alla Conferenza Stato-Regioni, e poi in Gazzetta ufficiale.
GLI ESAMI - La lista è lunga, ben oltre i 180 ipotizzati prima dell'estate, e comprende odontoiatria, diagnostica, genetica e medicina interna. La stretta è pesante. Qualche esempio: l'analisi del colesterolo (“buono” o “cattivo”) sarà rimborsabile solo per i “controlli periodici” agli ultra quarantenni a rischio cardiovascolare, problemi di cuore o familiarità con grasso nel sangue. Escono dai “mutuabili”, quelli prescritti “in assenza di valori elevati, cambiamenti dello stile di vita o interventi terapeutici”. Per sapere semplicemente “come vanno le cose” bisognerà pagare. Stessa cosa se l'esame si ripete prima di un intervallo di 5 anni dal precedente. Idem per i trigliceridi. Sotto esame anche la Tac. Per il tratto cervicale, toracico e lombosacrale, si potrà fare solo per “patologie traumatiche acute, complicanze post operazione”. Quella con il mezzo di contrasto, solo per complicanze post chirurgiche o tumore manifesto. Vale anche per gambe e braccia, mentre quella senza contrasto si potrà fare solo per “traumi acuti e valutazioni pre-chirurgiche ”. L'esame dell'Albumina (fegato), si potrà prescrivere solo in caso di “malnutrizione o patologie del fegato e dei reni”(prima anche per controllare i livelli nel sangue). Stretta pure sulla risonanza magnetica: alla colonna vertebrale, in caso di dolore persistente oltre le quattro settimane dopo la terapia o “traumi recenti e fratture da compressione”, ma non va ripetuto prima di 12 mesi se l’esito è stato negativo. Limiti anche alle diagnosi su dermatiti, allergie e test genetici. Senza queste condizioni, gli esami non saranno rimborsabili, e i medici che li prescrivono sanzionabili. Il meccanismo, però, non è chiaro. La palla passa alle Regioni. “Andranno tutte in ordine sparso”, denuncia Massimo Cozza, della Cgil Medici. Rischiano soprattutto quelli di base. Un esempio? “Se l'ospedale ordina un esame, il paziente va dal medico di famiglia che dovrebbe prescriverglielo: se lo fa, e non rispetta le condizionalità, verrà convocato dall’Asl, rischiando la sanzione. Se non lo fa, rischia un causa dal paziente”. Per la Federazione dei medici di base, a “pagare”, davanti alla Corte dei conti, “saranno essenzialmente i medici di medicina generale”. Per Anaao assomed “il malato che si vedrà negata la Tac o l’esame rinuncerà a curarsi o andrà nel privato”. “Non apriremo una caccia al medico, la sanzione scatterà solo dopo un eccesso reiterato di prescrizioni inappropriate”, si è difesa ieri la Lorenzin. Ma saranno le Regioni a stabilirlo, e non sono previste risorse per gestire le pratiche. Intanto, un atto amministrativo - seppur studiato per tre mesi da specialisti e sottoposto al Consiglio superiore di sanità - entra a gamba tesa nel rapporto medico-paziente. Cgil e Federazione nazionale dei medici studiano uno sciopero a ottobre o novembre.

MA IL TESTO è blindato. Eppure il ministero non ha stimato quanto conta di recuperare dai costi aggiuntivi della “medicina difensiva”, cioè gli esami prescritti per evitare cause legali, che l’Ania, la Confindustria delle assicurazioni, stima in 13 miliardi. Eppure a luglio le Regioni avevano firmato un “patto per la salute” in cui si diceva che i risparmi dovevano restare nel settore. E invece sono andati a finanziare gli 80 euro. Il governo ha tagliato 4 miliardi al comparto lasciando ai governatori la scelta di dove colpire. E questi hanno rinunciato all’aumento (2,3 miliardi) del Fondo nazionale. Che Renzi ha auspicato anche per il 2016: altri 3 miliardi. La Lorenzin vuole ridurli a uno. Ma Restano tagli lineari.

Contributo personale all'articolo:
Pubblico due video relativi ai tagli alla sanità.
Il primo è relativo all'intervento in aula dell'On.le Giulia Grillo e il secondo di Paola Taverna che spiega a noi cittadini dove andranno a colpire i tagli alla sanità
Intervento dell'On.le Giulia GRILLO

                                                                             Paola TAVERNA

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