Dalla Tac al colesterolo, molti vincoli.
I sindacati della
sanità: pronti allo sciopero
L’autunno caldo della Sanità è già iniziato. La rivolta
montante dei medici, nessuna sigla esclusa, ha costretto ieri Palazzo Chigi a
far uscire una velina riparatoria: “Nella legge di Stabilità si studia una
norma contro le cause temerarie ai medici, per il 97% false”. Una pezza calda
contro la mobilitazione generale a difesa della sanità pubblica su cui i sindacati
cercano un’intesa. Sotto accusa la black list di 208 prestazioni sanitarie,
oggi coperte dallo Stato, che non lo saranno più se non verranno rispettate
alcune “c on dizioni di erogabilità”. Senza quelle, i medici che le prescrivono
verranno sanzionati per via amministrativa, colpendo la parte accessoria del
trattamento economico, che per quelli di base vale gran parte dei compensi. Il
decreto è stato predisposto dal ministero della Salute guidato da Beatrice
Lorenzin, e sottoposto martedì alle sigle dei medici, che avranno ancora 24 ore
per dare il loro parere, inviando una email al ministero. La settimana prossima
andrà alla Conferenza Stato-Regioni, e poi in Gazzetta ufficiale.
GLI ESAMI - La lista è lunga, ben oltre i 180 ipotizzati
prima dell'estate, e comprende odontoiatria, diagnostica, genetica e medicina
interna. La stretta è pesante. Qualche esempio: l'analisi del colesterolo
(“buono” o “cattivo”) sarà rimborsabile solo per i “controlli periodici” agli
ultra quarantenni a rischio cardiovascolare, problemi di cuore o familiarità
con grasso nel sangue. Escono dai “mutuabili”, quelli prescritti “in assenza di
valori elevati, cambiamenti dello stile di vita o interventi terapeutici”. Per
sapere semplicemente “come vanno le cose” bisognerà pagare. Stessa cosa se
l'esame si ripete prima di un intervallo di 5 anni dal precedente. Idem per i
trigliceridi. Sotto esame anche la Tac. Per il tratto cervicale, toracico e
lombosacrale, si potrà fare solo per “patologie traumatiche acute, complicanze
post operazione”. Quella con il mezzo di contrasto, solo per complicanze post
chirurgiche o tumore manifesto. Vale anche per gambe e braccia, mentre quella
senza contrasto si potrà fare solo per “traumi acuti e valutazioni pre-chirurgiche
”. L'esame dell'Albumina (fegato), si potrà prescrivere solo in caso di
“malnutrizione o patologie del fegato e dei reni”(prima anche per controllare i
livelli nel sangue). Stretta pure sulla risonanza magnetica: alla colonna
vertebrale, in caso di dolore persistente oltre le quattro settimane dopo la
terapia o “traumi recenti e fratture da compressione”, ma non va ripetuto prima
di 12 mesi se l’esito è stato negativo. Limiti anche alle diagnosi su
dermatiti, allergie e test genetici. Senza queste condizioni, gli esami non
saranno rimborsabili, e i medici che li prescrivono sanzionabili. Il
meccanismo, però, non è chiaro. La palla passa alle Regioni. “Andranno tutte in
ordine sparso”, denuncia Massimo Cozza, della Cgil Medici. Rischiano
soprattutto quelli di base. Un esempio? “Se l'ospedale ordina un esame, il
paziente va dal medico di famiglia che dovrebbe prescriverglielo: se lo fa, e
non rispetta le condizionalità, verrà convocato dall’Asl, rischiando la
sanzione. Se non lo fa, rischia un causa dal paziente”. Per la Federazione dei
medici di base, a “pagare”, davanti alla Corte dei conti, “saranno
essenzialmente i medici di medicina generale”. Per Anaao assomed “il malato che
si vedrà negata la Tac o l’esame rinuncerà a curarsi o andrà nel privato”. “Non
apriremo una caccia al medico, la sanzione scatterà solo dopo un eccesso
reiterato di prescrizioni inappropriate”, si è difesa ieri la Lorenzin. Ma
saranno le Regioni a stabilirlo, e non sono previste risorse per gestire le
pratiche. Intanto, un atto amministrativo - seppur studiato per tre mesi da
specialisti e sottoposto al Consiglio superiore di sanità - entra a gamba tesa
nel rapporto medico-paziente. Cgil e Federazione nazionale dei medici studiano
uno sciopero a ottobre o novembre.
MA IL TESTO è blindato. Eppure il ministero non ha stimato
quanto conta di recuperare dai costi aggiuntivi della “medicina difensiva”,
cioè gli esami prescritti per evitare cause legali, che l’Ania, la
Confindustria delle assicurazioni, stima in 13 miliardi. Eppure a luglio le
Regioni avevano firmato un “patto per la salute” in cui si diceva che i
risparmi dovevano restare nel settore. E invece sono andati a finanziare gli 80
euro. Il governo ha tagliato 4 miliardi al comparto lasciando ai governatori la
scelta di dove colpire. E questi hanno rinunciato all’aumento (2,3 miliardi)
del Fondo nazionale. Che Renzi ha auspicato anche per il 2016: altri 3
miliardi. La Lorenzin vuole ridurli a uno. Ma Restano tagli lineari.
Contributo personale all'articolo:
Pubblico due video relativi ai tagli alla sanità.
Il primo è relativo all'intervento in aula dell'On.le Giulia Grillo e il secondo di Paola Taverna che spiega a noi cittadini dove andranno a colpire i tagli alla sanità
Intervento dell'On.le Giulia GRILLO
Paola TAVERNA
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