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giovedì 22 ottobre 2015

Casaleggio chiama Di Maio: “Non siamo contro di te”

Dopo lo stop da Imola alla sua investitura come premier, il guru telefona al deputato: “Io e Grillo ti stimiamo, ma è troppo presto per esporti”


Le parole erano state solo tre: “Non si sa”. Ma per smentirle, o meglio per precisarne il senso, è servita una telefonata. Quella del guru Gianroberto Casaleggio a Luigi Di Maio, l’inevitabile candidato del M5s a Palazzo Chigi: “Tranquillo Luigi, nessuno voleva sminuirti”. Già, perché dietro il palco di Italia 5 Stelle, il raduno del Movimento che si è tenuto lo scorso fine settimane a Imola, quelle poche sillabe pronunciate da Casaleggio avevano prodotto un piccolo caso. Rispondeva, il co-fondatore, a una domanda proprio su Di Maio: “Sarà lui il vostro candidato premier?”. Casaleggio aveva nicchiato, consapevole che qualunque altra risposta avrebbe messo in discussione l’impianto del non-partito: decide la rete, oltre a Di Maio ci sono altre possibilità, non è la popolarità in tv il nostro parametro. Ma il vicepresidente della Camera non aveva gradito. “Rabbuiato”, lo ha descritto qualcuno.

Casaleggio ha saputo. E gli ha telefonato, per rassicurarlo. “Tranquillo, ti stimiamo, stai lavorando bene” è il senso del colloquio. In cui ha aggiunto: “Non devi esporti troppo, rischi di bruciarti prima del tempo”. Un chiarimento, rispetto anche alle frasi di Beppe Grillo: “Di Maio premier? Non è certo, abbiamo delle regole”. Toni identici, quelli dei diarchi, che vogliono tenere bassa la temperatura nei gruppi parlamentari, dove l’ascesa del deputato ha suscitato più di un mal di pancia, soprattutto in Senato. Di certo la telefonata conferma che la scelta, rete o non rete, è già stata presa. E allora, pazienza lo sberleffo di Grillo dal palco: “Troppo facile dire adesso che Di Maio è bravo, quando lo abbiamo conosciuto parlava come Bassolino”. Intanto si lavora già per le Comunali. La linea è non caricarle di un eccessivo significato. “Profilo basso” è la consegna, analoga a quella delle scorse Amministrative. La ferita del #vinciamo noi, lo slogan per la campagna delle Europee che poi cozzò contro il 40,8 per cento di Renzi, fa ancora male. Nelle città correranno attivisti storici, in molti casi già in Consiglio comunale. Scelti dagli iscritti locali, tramite assemblee e poi con voto sul web. Niente parlamentari o esterni. Già scontati alcuni candidati. Max Bugani, anfitrione a Imola, vicinissimo a Casaleggio e lodato durante la festa da Grillo, correrà a Bologna con lista ad hoc. A Torino il nome è quello del consigliere comunale Chiara Appendino. A Milano, dove gli iscritti voteranno in apposite urne, il prescelto sarà ufficiale a breve. Mentre a Roma è corsa a due tra il già candidato sindaco Marcello De Vito e Virginia Raggi. Il primo gode della stima di tanta base, la seconda appare “molto televisiva” allo staff. Entrerà in gioco anche il blog di Grillo, con un’area dedicata al buon governo dei sindaci a 5Stelle. Una risposta alla campagna del Pd, che da settimane picchia sul web contro gli amministratori grillini. “L’importante però saranno le Politiche” ripetono dal M5s. Anche se sembrano lontane. “Non ci faranno votare, Renzi arriverà al 2018” hanno ripetuto Casaleggio e Grillo ai parlamentari incontrati a Imola.

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