Matteo & Re Giorgio contro Grillo
Facciamo le riforme costituzionali e poi parliamo
dell’Italicum. E se c’è qualcosa da cambiare ci pensiamo”. Matteo Renzi nelle
ultime settimane l’ha detto a molti dei suoi interlocutori. Da Angelino Alfano
a Denis Verdini. E il messaggio l’ha fatto arrivare a Paolo Romani (Forza
Italia) come a Pier Luigi Bersani. La modifica da mettere in campo è quella che
vogliono praticamente tutti (a parte i Cinque Stelle): ovvero assegnare il
premio di maggioranza previsto dalla nuova legge elettorale, non alla lista, ma
alla coalizione. Tutti hanno qualcosa da guadagnare. Ncd e Ala ci vedono una
possibilità di “contare” qualcosa, Forza Italia punta sull’alleanza con la Lega
per avere qualche chance di vittoria, la composita (e indecisa a tutto)
sinistra Pd vuole mantenere un rapporto con Sel. L’M5s, invece, che fermamente
correrà da solo, nella sua vittoria ad un eventuale ballottaggio ci crede.
E qui sta il punto. Promesse da marinaio, quelle di Renzi ad
alleati e non, per portare a casa le riforme, la legge di stabilità e ogni
provvedimento del suo governo? Dipende. Perché la tentazione di cambiare
l’Italicum il premier ce l’ha, soprattutto guardando i sondaggi, che vedono i
Cinque Stelle avvicinarsi pericolosamente. Martedì sera Bruno Vespa a Porta a
porta ha fatto vedere un sondaggio di Ipr, che mostrava una crescita del 2% per
il M5s, che si attesta così al 28% a soli 4 punti dal Pd, che cresce solo dello
0,5%. Decisamente inquietanti in casa democrat soprattutto i sondaggi sulle
intenzioni di voto a Roma: sia secondo Ipr che secondo Tecnè, la prossima sfida
per il Campidoglio la vince il M5s: al 35 o al 33%. Mentre il Pd resterebbe al
17 o 19%. Ancora una volta, in questa battaglia l’alleato più fedele per Renzi,
quello pronto ad aiutarlo, legittimarlo, consigliarlo e indirizzarlo è Giorgio
Napolitano. Nel suo intervento in Senato martedì l’ha detto senza mezzi
termini: “Dobbiamo dare risposte nuove a situazioni stringenti e bisognerà dare
attenzione a tutte le preoccupazioni espresse in queste settimane in materia di
legislazione elettorale e diritti costituzionali”. Nelle intenzioni dell’ex
inquilino del Colle era anche un assist a Forza Italia, un invito ad aprire il
dibattito sulla legge elettorale, che però non l’ha colto. Marginalizzare i
Cinque Stelle è sempre stato uno dei progetti (neanche incoffessati) di Re
Giorgio. Ed ecco che a ll ’occorrenza ritorna. Ieri dalla maggioranza negavano
che la modifica della legge elettorale fosse all’ordine del giorno. Meglio
evitare problemi durante la discussione della manovra. Tradotto: meglio tenere
ancora buoni tutti tra promesse e minacce. La strana coppia Matteo &
Giorgio sulla questione discute e riflette. Anche se una data cruciale potrebbe
essere quella delle amministrative di primavera: se il Movimento vince Roma e
arriva bene in qualcuna delle altre città più importanti (Torino, Milano,
Napoli e Bologna), Renzi si vedrà confermare l’incubo che per adesso tiene a
bada: un voto alle politiche che lo vede perdere al ballottaggio. Perché già
oggi il Pd del 40,8% che l’aveva spinto a insistere per un premio che scattasse
a un primo partito al 40% è un ricordo. “Matteo, pensaci bene, ti conviene
rischiare?”: sarà Napolitano a quel punto a convincerlo. Lo stesso Napolitano
che vorrebbe vedere realizzare altre parti delle sue riforme costituzionali:
come quella di accentrare tutti i poteri a Palazzo Chigi. Per la verità,
un’ipotesi in questo senso c’è nel gruppo che sta intorno a Marianna Madia al
ministero della Pa (il capo di gabinetto, Bernardo Mattarella e Giulio
Napolitano, coordinati dal loro maestro Sabino Cassese): ma più che a una
riforma dell’articolo della Costituzione in questione (il 95) si pensa a una
riorganizzazione che passi per i decreti delegati alla riforma della Pa.
Per l’abrogazione
dell’Italicum, intanto, domani verranno presentati due quesiti referendari, dal
Coordinamento della difesa costituzionale (tra gli altri, Sandra Bonsanti e
Domenico Gallo): uno per cancellare premio di maggioranza e ballottaggio,
l’altro per eliminare i capilista bloccati e le candidature multiple.
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