I Geologi: “Non possiamo prendercela con una montagna o con
un fiume se ogni anno abbiamo morti»
Di fronte a quanto sta accadendo ancora una volta in Calabria
e in Sicilia, alluvioni, esondazioni, frane, danni alle infrastrutture e alle
abitazioni, Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei
Geologi, ha detto: «Binari spazzati via, strade che crollano, purtroppo
una vittima e soprattutto la prova chiara che in Italia il cittadino non sa
ancora come comportarsi in caso di una grave emergenza. La prima cosa da fare è
quella di non andare nei sottoscala, non scendere negli scantinati, non
fermarsi sotto ai ponti, non prendere sottopassaggi. Queste sono le prime cose
da fare quando c’è un’alluvione. Non siamo dinanzi solo ai cambiamenti
climatici ma anche alla carenza infrastrutturale del Paese soprattutto al Sud.
Una carenza che riguarda il sistema fognario e quello viario. Oggi in Italia la
gente inizia a chiedere alla classe politica se ci sono geologi negli enti
pubblici e questo grazie ad un’intensa campagna di comunicazione che abbiamo
messo in atto in modo capillare. Certo siamo già dinanzi ad un risultato
importante perché prima l’opinione pubblica era molto distante dalla categoria
dei geologi tuttavia, nel 201, in Italia i geologi non sono nelle pubbliche
amministrazioni. Quanti comuni hanno un geologo? Ed ecco che il sindaco che
programma la politica per il piano di difesa del territorio lo fa con figure
professionali apprezzabili ma che non hanno le competenze e le sensibilità del
geologo. Oggi assistiamo a frane continue, morti con conseguenti danni. Non
possiamo prendercela con una montagna o con un fiume se ogni anno abbiamo
morti. La colpa è dell’operato dell’uomo. Certo finalmente dopo anni anche il
Governo ha iniziato a vedere la presenza del Geologo chiamandoci a supportare
l’elaborazione del Piano Anti Dissesto ma il cammino da fare è lungo e non
privo di ostacoli in quanto dobbiamo mettere mano alla più grande opera
pubblica: recupero del territorio italiano».
Era già intervenuto anche il Consiglio dei geologi della
Calabria: «Ancora una vittima causata da fenomeni legati al dissesto
idrogeologico e tanti danni alle cose. Il problema del rischio idrogeologico é
serio: sappiamo bene ormai che esso non soltanto espone a rischio l’incolumità
pubblica, ma mette in ginocchio anche le economie locali, che in Calabria sono
già notoriamente povere. E mentre in queste ore stiamo vivendo una fase di
allerta meteo – prosegue la nota – ci ritroviamo costretti a ritornare su un
tema diventato un ritornello maledetto. Contro il Rischio idrogeologico è
necessario intervenire concretamente e con urgenza. Sino ad oggi, le istanze
dell’Ordine dei Geologi sono state accolte soltanto nella teoria. Forse un
primo segnale dell’avvio di attività concreta da parte del Governo regionale è
rappresentata dall’istituzione dell’UOA Protezione Civile regionale, deputata
anche mettere ordine e coordinare tutte le altre strutture regionali e
sub-regionali in materia di difesa del suolo e rischio sismico; ma il lavoro da
fare è davvero tanto, e non c’è tempo da perdere, come dimostrano le
criticità che stanno accadendo».
I geologi sottolineano che «Con la nomina del geologo
Carlo Tansi a capo di tale UOA Protezione Civile regionale, al quale auguriamo
buon lavoro le aspettative crescono, e da alcune sue dichiarazioni a caldo
sembrerebbe che la linea d’indirizzo che adotterà per contrastare tali
criticità sarà basata su azioni concrete, alcune delle quali già da tempo sono
state segnalate dall’Ordine dei Geologi alla politica. Auspichiamo che il nuovo
Capo della Protezione Civile regionale riesca a concretizzare queste azioni,
tra cui l’istituzione di Presidi territoriali di geologi esperti deputati al
monitoraggio costante del territorio ai fini preventivi, l’avvio di un’efficace
attività manutentiva del territorio, l’avvio di attività concrete per
contrastare l’abusivismo, l’incremento della componente geologica nella
pubblica amministrazione: paradossalmente quella del geologo è la figura
professionale meno rappresentata negli Enti pubblici. In Calabria le risorse
sono sempre carenti, come dimostrano anche i circa soli 90 milioni di euro da
spendere in 7 anni, previsti nella programmazione dei fondi comunitari 2014/2020.
Il Presidente Mario Oliverio ha dichiarato che tali risorse destinate per la
mitigazione del rischio idrogeologico saranno sicuramente integrate con altri
fondi: noi auspichiamo che sia davvero cosi».
Il Movimento 5 Stelle attacca direttamente governo e
ministero dell’ambiente: «Dopo la Sicilia tocca alla Calabria: regioni
sbriciolate dal maltempo, con infrastrutture e strade crollate, intere
cittadine isolate, acquedotti devastati. Il tutto mentre appena venerdì scorso
il sottosegretario all’ambiente Silvia Velo alla Camera insisteva che il
governo aperto cantieri e stanziato fondi contro il dissesto».
Numeri che non convincono i parlamentari M5S calabresi e i
membri delle Commissioni Ambiente: «La più grande opera pubblica immaginabile,
la messa in sicurezza del Paese, con questo governo è una chimera. Non solo, ma
l’unico intervento arrivato, l’allentamento del patto di stabilità interno per
interventi contro il dissesto, è previsto nel decreto economico sociale in
discussione in questi giorni ma solo per alcune città del Nord. Mentre le varie
leggi di Stabilità sono fatte apposta per distrarre i fondi della manutenzione
e smistarli sulle varie promesse elettorali».
Luigi Di Maio annuncia «Un emendamento per chiedere che
l’allentamento del patto non sia esclusivo per le città indicate ma che sia
esteso anche a tutto il Sud devastato e isolato dal maltempo. Milioni di euro
di danni per il maltempo in poche ore chi pagherà? Bisogna intervenire
subito per la messa in sicurezza del Paese, la stagione delle piogge è appena
iniziata. E invece i ministri di questo governo insistono con mega impianti,
mega infrastrutture, progetti che continuano a consumare suolo. È ora di
invertire la rotta. E di farlo subito».
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