VIDEO 5 GIORNI A 5 STELLE

DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

Visualizzazione post con etichetta Sicilia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Sicilia. Mostra tutti i post

martedì 3 novembre 2015

Alluvioni in Calabria e Sicilia. M5S: «Il Paese paga le bugie di Renzi sul dissesto»

I Geologi: “Non possiamo prendercela con una montagna o con un fiume se ogni anno abbiamo morti»
Di fronte a quanto sta accadendo ancora una volta in Calabria e in Sicilia, alluvioni, esondazioni, frane, danni alle infrastrutture e alle abitazioni,  Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, ha detto: «Binari spazzati via, strade che crollano, purtroppo  una vittima e soprattutto la prova chiara che in Italia il cittadino non sa ancora come comportarsi in caso di una grave emergenza. La prima cosa da fare è quella di non andare nei sottoscala, non scendere negli scantinati, non fermarsi sotto ai ponti, non prendere sottopassaggi. Queste sono le prime cose da fare quando c’è un’alluvione. Non siamo dinanzi solo ai cambiamenti climatici ma anche alla carenza infrastrutturale del Paese soprattutto al Sud. Una carenza che riguarda il sistema fognario e quello viario. Oggi in Italia la gente inizia a chiedere alla classe politica se ci sono geologi negli enti pubblici e questo grazie ad un’intensa campagna di comunicazione che abbiamo messo in atto in modo capillare. Certo siamo già dinanzi ad un risultato importante perché prima l’opinione pubblica era molto distante dalla categoria dei geologi tuttavia, nel 201, in Italia i geologi non sono nelle pubbliche amministrazioni. Quanti comuni hanno un geologo? Ed ecco che il sindaco che programma la politica per il piano di difesa del territorio lo fa con figure professionali apprezzabili ma che non hanno le competenze e le sensibilità del geologo. Oggi assistiamo a frane continue, morti con conseguenti danni. Non possiamo prendercela con una montagna o con un fiume se ogni anno abbiamo morti. La colpa è dell’operato dell’uomo. Certo finalmente dopo anni anche il Governo ha iniziato a vedere la presenza del Geologo chiamandoci a supportare l’elaborazione del Piano Anti Dissesto ma il cammino da fare è lungo e non privo di ostacoli in quanto dobbiamo mettere mano alla più grande opera pubblica: recupero del territorio italiano».
Era già intervenuto anche il Consiglio dei geologi della Calabria: «Ancora una vittima causata da fenomeni legati al dissesto idrogeologico e tanti danni alle cose. Il problema del rischio idrogeologico é serio: sappiamo bene ormai che esso non soltanto espone a rischio l’incolumità pubblica, ma mette in ginocchio anche le economie locali, che in Calabria sono già notoriamente povere. E mentre in queste ore stiamo vivendo una fase di allerta meteo – prosegue la nota – ci ritroviamo costretti a ritornare su un tema diventato un ritornello maledetto. Contro il Rischio idrogeologico è necessario intervenire concretamente e con urgenza. Sino ad oggi, le istanze dell’Ordine dei Geologi sono state accolte soltanto nella teoria. Forse un primo segnale dell’avvio di attività concreta da parte del Governo regionale è rappresentata dall’istituzione dell’UOA Protezione Civile regionale, deputata anche mettere ordine e coordinare tutte le altre strutture regionali e sub-regionali in materia di difesa del suolo e rischio sismico; ma il lavoro da fare è  davvero tanto, e non c’è tempo da perdere, come dimostrano le criticità che stanno accadendo».
I geologi sottolineano  che «Con la nomina del geologo Carlo Tansi a capo di tale UOA Protezione Civile regionale, al quale auguriamo buon lavoro le aspettative crescono, e da alcune sue dichiarazioni a caldo sembrerebbe che la linea d’indirizzo che adotterà  per contrastare tali criticità sarà basata su azioni concrete, alcune delle quali già da tempo sono state segnalate dall’Ordine dei Geologi alla politica. Auspichiamo che il nuovo Capo della Protezione Civile regionale riesca a concretizzare queste azioni, tra cui l’istituzione di Presidi territoriali di geologi esperti deputati al monitoraggio costante del territorio ai fini preventivi, l’avvio di un’efficace attività manutentiva del territorio, l’avvio di attività concrete per contrastare l’abusivismo, l’incremento della componente geologica nella pubblica amministrazione: paradossalmente quella del geologo è la figura professionale meno rappresentata negli Enti pubblici. In Calabria le risorse sono sempre carenti, come dimostrano anche i circa soli 90 milioni di euro da spendere in 7 anni, previsti nella programmazione dei fondi comunitari 2014/2020. Il Presidente Mario Oliverio ha dichiarato che tali risorse destinate per la mitigazione del rischio idrogeologico saranno sicuramente integrate con altri fondi: noi auspichiamo che sia davvero cosi».
Il Movimento 5 Stelle attacca direttamente governo e ministero dell’ambiente: «Dopo la Sicilia tocca alla Calabria: regioni sbriciolate dal maltempo, con infrastrutture e strade crollate, intere cittadine isolate, acquedotti devastati. Il tutto mentre appena venerdì scorso il sottosegretario all’ambiente Silvia Velo alla Camera insisteva che il governo aperto cantieri e stanziato fondi contro il dissesto».
Numeri che non convincono i parlamentari M5S calabresi e i membri delle Commissioni Ambiente: «La più grande opera pubblica immaginabile, la messa in sicurezza del Paese, con questo governo è una chimera. Non solo, ma l’unico intervento arrivato, l’allentamento del patto di stabilità interno per interventi contro il dissesto, è previsto nel decreto economico sociale in discussione in questi giorni ma solo per alcune città del Nord. Mentre le varie leggi di Stabilità sono fatte apposta per distrarre i fondi della manutenzione e smistarli sulle varie promesse elettorali».
Luigi Di Maio annuncia «Un emendamento per chiedere che l’allentamento del patto non sia esclusivo per le città indicate ma che sia esteso anche a tutto il Sud devastato e isolato dal maltempo. Milioni di euro di danni per il maltempo in poche ore  chi pagherà? Bisogna intervenire subito per la messa in sicurezza del Paese, la stagione delle piogge è appena iniziata. E invece i ministri di questo governo insistono con mega impianti, mega infrastrutture, progetti che continuano a consumare suolo. È ora di invertire la rotta. E di farlo subito».

venerdì 23 ottobre 2015

Il Movimento 5 Stelle in tour tra le pmi di Sicilia: tappa anche a Canicattì

Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, il deputato M5S in commissione Attività produttive Mattia Fantinati e il deputato regionale Giancarlo Cancelleri saranno impegnati in questo weekend in una lunga serie di incontri con le imprese siciliane per dare il via al “laboratorio imprese del M5S”, in vista delle prossime elezioni regionali e politiche.
“Vogliamo incontrare le realtà più sane della Sicilia per imparare da loro, ascoltarle e valorizzare gli esempi virtuosi, pensando un programma capace di far ripartire l’imprenditorialità in tutto il Paese”, afferma Luigi Di Maio.
“La Sicilia – sostiene Giancarlo Cancelleri – deve valorizzare tutte quelle realtà che fanno impresa e pensare ad un’economia che non sia ancorata al pubblico. E’ fondamentale perché solo così la nostra terra può ripartire”. Il tour parte venerdì pomeriggio nel Palermitano.
Venerdì incontrerà toccherà aziende nella provincia di Palermo. Sabato il “laboratorio imprese” inizia dalla azienda agricola Campisi di Siracusa alle 8, per poi spostarsi, fra le altre, presso l’azienda Cappello di Ragusa alle 11.45, prima di far tappa nel Catanese, con alle 17 visita alla BS Gioielli di Misterbianco, dove la delegazione incontrerà gli imprenditori de “Il Tavolo per le imprese”.
Domenica, invece, il tour parte dalla provincia di Caltanissetta, prima a San Cataldo, poi alla masseria Cucurullo di Canicattì. Nel primo pomeriggio sarà la volta del birrificio Indorato a Sommatino e delle pipe Amorelli a Caltanissetta.

giovedì 22 ottobre 2015

Maltempo, M5S: E’ emergenza in Sicilia, Crocetta non chiede il Fondo di Solidarietà Europeo

Presentata Mozione all’Ars, prima firmataria la deputata Cinquestelle Valentina Zafarana: “Presidente non c’è più tempo per giocare, la Sicilia frana e i cittadini piangono lacrime amare”.


Maltempo. M5S: E' emergenza in Sicilia, Crocetta non
chiede il Fondo di Solidarietà Europeo
La Sicilia è in ginocchio. L’agricoltura di un’intera regione, le infrastrutture, le abitazioni private, le imprese, le scuole, gli ospedali e gli edifici pubblici si stanno sgretolando sotto la morsa del maltempo mentre la conta dei danni aumenta di giorno in giorno. “Le responsabilità di tale disastro sono a carico anche e soprattutto di chi ci governa e di chi lo ha fatto in passato”, lapidari i deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars che parlano di “immobilismo”.
“Nulla è stato fatto negli anni per prevenire quanto sta accadendo oggi  sotto i nostri occhi, anzi – continuano i parlamentari Cinquestelle – passerelle di governanti in pompa magna sui luoghi martoriati ne abbiamo viste tante. Non vediamo però azioni concrete ne’ tanto meno l’interesse di beneficiare di tutti i fondi messi a disposizione per emergenze di questo tipo”. Con queste parole i deputati del M5S Sicilia si riferiscono, ad esempio, al Fondo di Solidarietà Europeo. Si tratta di contributi finanziari calcolati in base ai danni diretti provocati da una catastrofe e l’aiuto può essere utilizzato soltanto per operazioni essenziali di emergenza e di recupero e ripristino immediato delle infrastrutture e delle attrezzature nei settori dell’elettricità, delle condutture idriche e fognarie, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell’istruzione.
Proprio in questi giorni, l’europarlamentare Ignazio Corrao, Cinquestelle anche lui, ha presentato un’interrogazione rivolta alla Commissione Europea affinché indichi se la Sicilia può o meno beneficiarne. Ora la deputata all’Ars Valentina Zafarana ha presentato anche una mozione parlamentare, chiede sia anche lo stesso governo regionale a farne richiesta. “Non ne possiamo proprio più di sentire parlare soltanto di rimpasti o di amici e nemici del Pd, – concludono i 14 Cinquestelle – presidente Crocetta non c’è più tempo per giocare, la Sicilia frana e i cittadini piangono lacrime amare”.

Questo non è un paese normale

PAZZESCO! Tutto ciò sembra incredibile nel 2015...Un' auto è stata risucchiata dentro una voragine voragine di sei metri e quattro di profondità si è aperta in corso Vittorio Emanuele a Valverde (Catania). PS. La vettura era stata appena parcheggiata dalla conducente, che per fortuna è rimasta illesa.#m5s #dissestoidrogeologico

Posted by Giulia Grillo Cittadina a 5 Stelle on Giovedì 22 ottobre 2015


sabato 3 ottobre 2015

Sprechi e attese infinite I tagli alla Sanità uccidono

Storie italiane: dal bimbo morto perché mancano le culle ai software non utilizzati


Numeri e statistiche vanno bene per la politica, ma la sanità è soprattutto vita reale, sofferenza, attesa, a volte rabbia, spesso disperazione. Sì perché i tagli al Servizio sanitario che siano di due miliardi o anche di meno o di più, sono affare del governo. Renzi dovrà valutare e decidere. Senza dimenticare il conto drammatico della quotidianità dei cittadini. Senza dimenticare, ad esempio, che in Italia, proprio a causa dei tagli, un neonato può morire.
È successo in Sicilia con la piccola Nicole venuta al mondo da appena tre ore e colta da una grave crisi respiratoria. Inutile portarla all’unità intensiva dell’ospedale di Catania. Non c’è posto. I tagli hanno ridotto le culle. Si opta per Ragusa. Che sta a 100 chilometri, tre ore di viaggio. Risultato: Nicole morirà in ambulanza. Storie estreme. Dalla Sicilia all’Umbria, dove un bimbo di sette mesi ha perso la vita per una forma di cardiopatia. Poteva essere curato. Peccato che il Cup (Centro unico di prenotazioni) abbia fissato la visita non prima di sette mesi. Troppo tempo, il piccolo morirà prima. Eppure, senza addentrarsi in vicende drammatiche, dal Nord al Sud del Paese si sprecano i casi in cui la riduzione della spesa sanitaria influisce e non poco sulla vita dei cittadini. Le liste d’attesa eterne sono un nodo centrale. “Col - pisce – spiega Tonino Aceti coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato – come all'interno delle misure annunciate dal ministero della Salute sulla inappropriata non venga affrontato ancora una volta il nodo delle liste di attesa interminabili, anche di oltre un anno. Questa agli occhi dei cittadini è la peggiore forma di inappropriata vissuta ogni giorno sulla propria pelle, insieme alla necessità di ricorre al privato”. Non a caso, l’ultima ricerca del Censis chiarisce che la spesa sanitaria privata degli italiani è aumentata del 3% dal 2007 al 2013 con un tesoretto totale di 26,9 miliardi di euro. Il dato si spiega con la necessità, sempre più sentita, di ridurre i tempi d’attesa.
Qualche esempio: una risonanza magnetica nel pubblico costa 49 euro con tempi di attesa di 68 giorni, nel privato si paga 149 euro ma si aspettano 5 giorni. Per un’ecografia all'addome il Servizio sanitario chiede 53 euro e 65 giorni.
Il privato riduce a 6 i giorni con un costo di 113 euro. Cifre e storie. Come quella di Francesca, giovane mamma romana di una bimba di pochi mesi. Mamma felice oggi. Anche se durante la gravidanza è stata vittima dell’ennesimo cortocircuito. E così quando si è presentata per prenotare un’ecografia ostetrica, che dovrebbe essere garantita entro la tredicesima settima, si è sentita rispondere che il primo posto libero era dopo sette mesi. Praticamente dopo il parto. Racconta, invece, un altro cittadino romano: “Ho telefonato il primo ottobre 2015 al Cup della Regione Lazio per prenotare una colonscopia per mia moglie: prima data utile, settembre 2016. Se avessi voluto, in intramoenia, la prima data utile sarebbe stata il 13 ottobre, però 2015. Ogni commento è superfluo”.

Accorciare i tempi appare dunque una priorità. Non sempre, però, gli strumenti adottati dalla sanità, spendendo anche molto denaro, funzionano. Ad Avellino, ad esempio, esiste un software che regola ricoveri, degenze e cartelle cliniche. La struttura sanitaria solo di assistenza spende 150 mila euro all’anno. “E nonostante questo –spiega un impiegato – la cartella clinica del degente, che si richiede alla Struttura, assomiglia più a una risma di carta A4, che a un file consultabile online. E non ricordo che sia stata mai fatta una gara di appalto pubblica per l’acquisto del software ”. Storie all’italiana . Da Avellino a Palermo, dove prenotare una visita telefonicamente è un’impresa. Venti minuti di attesa e poi casca la linea. I centralinisti sono 24 ma sembra non bastare per fronteggiare 5.000 telefonate al giorno per un massimo di 2.300 prenotazioni. Vita reale. Al di là di cifre e statistiche. Di “tagli lineari” o “fatti con il bisturi” come dice il ministro della Salute Beatrice Lorenzin

mercoledì 30 settembre 2015

E' iniziata la campagna elettorale per la Sicilia. Si aprono le danze. Il PD pronto ai voti di scambio

L’Anagrafe delle opere incompiute di interesse nazionale indica che sono quasi 1000 le opere pubbliche incomplete in Italia. Nel 2013 erano 692 e nel 2014 sono salite a 868. I dati non forniscono un quadro completo della Regione Sicilia, dove le opere incompiute sono 215 e dove ci sono strade che crollano, ponti che si sbriciolano, e treni regionali inesistenti.
Ogni volta che piove Genova va sotto il fango. La Calabria si sta ancora leccando le ferite dell'ultima alluvione. Le scuole cadono a pezzi. I trasporti su ferrovia del nostro paese sono i peggiori d'Europa. Le imprese che vantano debiti dallo Stato e dalle Regioni ancora stanno aspettano che gli vengano pagati i beni e i servizi svolti senza ricevere nessun compenso. I soffitti delle metropolitane cadono in testa ai passeggeri. Invece di impegnarsi a mettere in sicurezza la Salerno Reggio Calabria e ad ammodernare il sistema viario calabrese, preferisce assecondare il ministro dell’Interno, Alfano, e il suo partito, l’Ncd, sponsor di questa opera inutile per lo sviluppo del mezzogiorno.
La rete stradale italiana è un colabrodo e il governo cosa fa? Pensa a fare il Ponte sullo Stretto. È incredibile come la mente umana possa giungere a partorire simili scemenze. Da quando loro sono al governo non hanno mai pensato a fare una legge a favore dei cittadini ma a come rendergli la vita ancora più difficile. Dopo il giocattolo volante di Renzi ora il giocattolo per traditore voltagabbana Alfano. Spero che non se ne faccia nulla e che il denaro sia destinato realmente al bene dei cittadini.
L’Anagrafe delle opere incompiute di interesse nazionale indica che sono quasi 1000 le opere pubbliche incomplete in Italia. Nel 2013 erano 692 e nel 2014 sono salite a 868. I dati non forniscono un quadro completo della Regione Sicilia, dove le opere incompiute sono 215 e dove ci sono strade che crollano, ponti che si sbriciolano, e treni regionali inesistenti.
Ogni volta che piove, Genova va sotto il fango. La Calabria si sta ancora leccando le ferite dell'ultima alluvione. Le scuole cadono a pezzi. I trasporti su ferrovia del nostro paese sono i peggiori d'Europa. Le imprese che vantano debiti dallo Stato e dalle Regioni ancora stanno aspettano che gli vengano pagati i beni e i servizi svolti senza ricevere nessun compenso. I soffitti delle metropolitane cadono in testa ai passeggeri. Invece di impegnarsi a mettere in sicurezza la Salerno-Reggio Calabria e ad ammodernare il sistema viario calabrese, preferisce assecondare il ministro dell’Interno, Alfano, e il suo partito, l’Ncd, sponsor di questa opera inutile per lo sviluppo del mezzogiorno. È incredibile come la mente umana possa giungere a partorire simili scemenze. Da quando loro sono al governo non hanno mai pensato a fare una legge a favore dei cittadini ma a come rendergli la vita ancora più difficile. Dopo il giocattolo volante di Renzi ora il giocattolo per traditore cambia casacca Alfano. Spero che non se ne faccia nulla e che il denaro sia destinato realmente al bene dei cittadini (ma non credo che andrà a finire come tutti noi auspichiamo).
Fabio

giovedì 24 settembre 2015

GOVERNO CROCETTA - La Sicilia, unica Regione a non opporsi alle trivellazioni


CHI HA VOTATO per prostrarsi al diktat del governo nazionale e agli interessi delle compagnie petrolifere dovrà risponderne ai cittadini”. Sono su tutte le furie i deputati regionali del Movimento Cinque Stelle dopo “il voto del Pd all’Ars che ha affossato ”il referendum abrogativo delle norme nazionali che regolano le autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi.“ Grazie a questo ignobile Pd, la Sicilia sarà l’unica regione a non opporsi alle trivellazioni –aggiungono i 14 deputati Cinque Stelle – I cittadini siciliani prendano coscienza, una volta per tutte, di chi li rappresenta in questa assemblea”. “In giorni come questo, mi vergogno di essere siciliano – aggiunge il presidente della commissione Ambiente all’Ars Giampiero Trizzino – Non volevo credere ai miei occhi quando ho visto quasi tutti i deputati del Pd spingere il bottone rosso”. E il M5s rende pubblici i nomi dei deputati che hanno votato contro: il governatore Crocetta, Alloro (Pd), Arancio (Pd), Barbagallo (Pd), Antonello Cracolici (Pd), Di Giacinto (Meg-Ps), Gennuso (Pds-Mp), Gucciardi (Pd), Laccoto (Pd), Lo Giudice (Pdr), Lupo (Pd), Malafarina (Meg-Ps), Marziano (Pd), Antonella Milazzo (Pd), Rinaldi (Pd) e Ruggirello (Pd).

Contributo personale all'articolo:

Il PD oggi ha tradito migliaia di elettori siciliani.

Il Movimento 5 Stelle porterà avanti la battaglia per il referendum contro le trivellazioni. Noi non dimenticheremo la ferita che il PD siciliano ha inferto oggi ai nostri mari. Siete la vergogna di questa terra.

Finalmente tutte le maschere sono cadute, e le pedine sono andate a loro posto.

Intervento del Portavoce del M5S Salvatore Siragusa
Crocetta è ancora dipendente ENI, era quindi ovvio che avrebbe difeso i poteri forti e votato contro il referendum.
A noi resta la vergogna di rappresentare l'unica regione in Italia ad aver votato a favore delle trivellazioni. Vergogna!

Video relativo al suo intervento

Trivelle selvagge, cinque Regioni dicono sì al referendum



Basilicata, Marche, Puglia e Molise. E ieri anche la Sardegna: il consiglio regionale ha votato in favore del referendum contro le trivellazioni per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi nel sottosuolo e in mare, previste nel decreto Sblocca Italia. Con la Sardegna è stato quindi raggiunto il numero necessario per presentare la richiesta del referendum: “Il 30 settembre sarà depositata in Cassazione – spiega al Fatto Quotidiano Enzo Di Salvatore, docente di Diritto costituzionale dell’Università di Teramo ecofondatore del movimento No Triv - Ci sarà il controllo formale della richiesta e tra il 20 gennaio e il 10 febbraio si dovrebbe decidere sulla sua ammissibilità. Se ammissibile, cinque giorni dopo ci sarà il decreto del presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri che indirà il referendum. Insomma, seguendo tutto l’iter, il voto dovrebbe esserci tra il 15 aprile e il 15 giugno”. Lo Sblocca Italia, di fatto, esautora le regioni dalle decisioni in materia di energia, rende la ricerca e le trivellazioni operazioni strategiche e non tiene conto dell'opinione delle Regioni. Proprio come per gli inceneritori. Oggi, però, dovrebbero esprimersi in favore del referendum anche altri consigli regionali: Abruzzo, Veneto, Liguria. Solo la Sicilia, ieri, ha votato contro, inaspettatamente, per otto voti. Secondo i movimenti No Triv, il consiglio si era detto inizialmente d’accordo. Poi è arrivato il no del Pd e dello stesso governatore Rosario Crocetta. “È importante che il referendum si faccia quanto prima – spiega ancora Di Salvatore – perché le trivelle sono ritenute strutture strategiche e allo Sblocca Italia fa riferimento gran parte delle richieste di esplorazione. Che potrebbero essere approvate anche nel giro di un anno”.

giovedì 6 agosto 2015

Altra mannaia sul capo del Presidente della Regione Sicilia. Crocetta e sei assessori indagati per assunzioni a Sicilia e-Servizi.



Iscritti nel registro il governatore e parte della sua ex giunta: Bartolotta, Bonafede, Cartabellotta, Scilabra, Stancheris e Valenti indagati per abuso.
Il presidente della Regione siciliana e l EX magistrato Antonio Ingroia sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Palermo per l'ipotesi di abuso d'ufficio in relazione alla vicenda della società partecipata regionale "Sicilia e-servizi", che si occupa dell'informatizzazione dell'amministrazione. L'iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto dopo che il Gip, nei giorni scorsi, aveva respinto la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura.
Il procedimento penale riguarda una serie di assunzioni che sarebbero state effettuate in violazione delle norme che bloccano le immissioni in servizio nella pubblica amministrazione. Lo scorso 9 marzo, il Gip Lorenzo Matassa aveva rigettato la richiesta di archiviazione "contro ignoti" e aveva ordinato alla Procura di indagare i presunti responsabili, dando loro un nome e cognome in base a un rapporto presentato dalla Guardia di finanza. Oltre a quelle di Crocetta e a Ingroia, che è presidente di Sicilia e-servizi, il Gip si è rifiutato di archiviare anche le posizioni di Mariano Pisciotta, rappresentante dell'organismo di controllo di Sicilia e-servizi, degli assessori regionali in carica all'epoca dei fatti, nel dicembre 2013, ossia Antonino Bartolotta (Infrastrutture), Ester Bonafede (Lavoro), Dario Cartabellotta (Agricoltura), Nelli Scilabra (Formazione), Michela Stancheris (Turismo) e Patrizia Valenti (Funzione pubblica).
L'accusa contro Ingroia muove dal fatto che, da commissario liquidatore, l'ex procuratore aggiunto di Palermo stipulò contratti con 75 dipendenti della Sisev, società privata satellite dell'azienda pubblica: si sarebbe trattato di "assunzioni mascherate" nella pubblica amministrazione, effettuate in violazione delle regole che prevedono le immissioni in servizio nel pubblico e il blocco in questo settore, disposto per ragioni di spending review. L'operazione fu portata a termine dopo un parere dell'Avvocatura dello Stato, che però secondo la Guardia di Finanza non era vincolante, circa la possibilità di assumere a tempo indeterminato nelle società partecipate, con il cosiddetto "ripopolamento": mentre sarebbe dovuto valere il divieto anche di fare assunzioni a tempo determinato.
Crocetta e gli assessori votarono la delibera numero 6 del 2014, che recepì il parere dell'Avvocatura e diede il via libera al transito dei 75 ex Sisev in Ses (Sicilia e-servizi). Il costo dei dipendenti, da marzo 2014 a luglio 2015, è stato valutato in 2.257.736,42 euro. Per questo danno erariale, il governatore, Ingroia, l'avvocato dello Stato Massimo Dell'Aira e i sei assessori sono già stati citati in giudizio dalla Corte dei conti. A Crocetta sono stati chiesti 265 mila euro, a Ingroia e Dell'Aira 100 mila a testa, agli assessori 50 mila ciascuno. Inoltre l'ipotesi, già formulata dai magistrati contabili, è quella di avere arrecato un ingiusto vantaggio, anche patrimoniale, a soggetti che, senza la violazione di legge, non avrebbero ricevuto il denaro.
La Procura di Palermo, all'epoca diretta da Francesco Messineo, il 28 luglio scorso, nonostante il rapporto della Finanza, aveva chiesto di archiviare il procedimento senza nemmeno identificare i presunti responsabili, ma trattando il fascicolo come "ignoti". Il Gip Matassa aveva però obiettato che "non possono dirsi ignoti coloro che sono stati compiutamente identificati dalla polizia giudiziaria, nella nota depositata il 14 aprile 2014".

Credo che per Crocetta sia giunto il momento di ritirarsi

giovedì 30 luglio 2015

#SICILIA: la strada del fare del Movimento 5 Stelle

dal blog di Luigi DI MAIO il 29 luglio 2015


Venerdì mattina (oggi per chi sta leggendo ora) sarò in Sicilia per inaugurare una strada.
Ricordate il ponte crollato sull'autostrada tra Palermo e Catania? 

I cittadini siciliani da allora sono costretti a deviazioni chilometriche. Gli abbiamo aperto una scorciatoia e l'abbiamo messa in sicurezza in soli 37 giorni.



L'abbiamo costruita con 300.000 euro di stipendi restituiti dai nostri consiglieri regionali. È ovvio che sia una soluzione per tamponare l'emergenza, riaprire l'autostrada è l'unica soluzione accettabile. Ma se aspettiamo la Regione di Crocetta e il Governo di Renzi, i problemi non troveranno mai una soluzione. Questo è l'ennesimo esempio della nostra idea di Paese: tagliamo gli sprechi e aiutiamo chi ne ha bisogno. Per ora lo stiamo facendo dall'opposizione, ma pensate se governassimo la Sicilia.


Ps Giovedì 30 Luglio sarò in Piazza Farnese a Roma dalle 19:00 per un bellissimo evento “Notte sotto le stelle”.


Tutte le info qui: https://goo.gl/eJGBi6



Ps2 Venerdì 31 Luglio sarò in Friuli Venezia Giulia per partecipare a "Friuli Venezia Giulia sotto le 5 stelle" dalle 18:30.



Tutte le info qui: https://goo.gl/VGKVEj