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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

domenica 7 febbraio 2016

#Unionicivili, contrordine di #Grillo: “Libertà di voto”

Rivolta sul web e tra i parlamentari, Di Benedetto: “È un tentativo patetico” 
Si chiama post, si legge esplosione dentro il Movimento. Di buon mattino, il blog di Beppe Grillo sforna un inedito, la libertà di coscienza per i senatori. Potranno votare come preferiscono sul ddl Cirinnà sulle unioni civili, che prevede la stepchild adoption, “anche se la legge verrà modificata”. E il M5s, che da giorni assicurava un sì compatto al testo “a patto che non venga stravolto”, diventa una polveriera. Si infuriano i senatori, che ribadiscono il sì al testo: e si arrabbiano pure tanti deputati, mentre la base schiuma rabbia. Alfano invece esulta (“Grazie a Grillo può saltare la legge”) e il Pd infierisce su Twitter: #dietrofrontM5S. È il primo prezzo per la scelta di Gianroberto Casaleggio e di un pezzo del Direttorio, Luigi Di Maio in testa.
Sono il "Guru" e il candidato premier che verrà i principali fautori del post. Figlio innanzitutto della paura di perdere il voto moderato e cattolico, e di apparire come la stampella del governo Renzi. Un editto che lascia la libertà di voto ma che soprattutto prova a anestetizzare la posizione del M5s, in particolare sulle adozioni. “Nel testo – ricorda il post – è prevista la stepchild adoption , letteralmente adozione del figliastro, per le coppie omosessuali. Un punto su cui le sensibilità degli elettori, degli iscritti e dei portavoce del M5s sono varie per questioni di coscienza”. Poi, nel dettaglio: “Nella votazione online che si è svolta a ottobre 2014 (dove gli iscritti dissero sì alle unioni civili a stragrande maggioranza, ndr) non c’erano accenni alle adozioni e gli iscritti del M5s non hanno potuto dibattere su questo argomento”. Considerazione contestabile, visto che il post per quella votazione parlava di “di diritti e doveri della coppia equiparati al matrimonio ma con esclusione della possibilità di adottare figli estranei alla coppia”, non prevista neppure dalla stepchild. Il blog però tira dritto: “In seguito alle tante richieste da parte di elettori, iscritti e portavoce si lascia libertà di coscienza ai senatori sulle votazioni agli emendamenti della legge Cirinnà e alla legge, anche se modificata”. E gli iscritti, il voto sul web? Niente: “Su un tema etico di questa portata i senatori possono comunque, in base ai dettami della loro coscienza, votare in maniera difforme dal gruppo qualunque sia l’esito delle votazioni”. I parlamentari saltano sulle sedie. A esporsi nelle chat è Alessandro Di Battista: “Sono andato in tv a ripetere che avremmo votato la legge se non l’avessero cambiata, ma questo post ha un senso”. Spiega: “Sono arrivati segnali negativi da molti moderati del Movimento sulle adozioni. E tanta base è arrabbiata perché votando la legge faremmo da stampella ai dem”. Così, ecco la via mediana: “Non diciamo di non votarla, ma perché dobbiamo esporci mentre Renzi si copre con la libertà di coscienza?”. È la valutazione del cattolico Casaleggio, che negli ultimi giorni aveva chiamato spesso Roma, mostrando gelo nei confronti del ddl. E potrebbe essere quella di Di Maio, che ai rapporti con parte del mondo cattolico tiene. Su Facebook conferma: “Giusto fare così”. Ma prende tempo: “Nei prossimi giorni dirò la mia sulla legge”. I senatori invece twittano a favore del ddl.
A lanciare l’idea è Alberto Airola, antico fautore delle unioni civili: “Voto sì al ddl così com’è, coerentemente come ho sempre sostenuto”. Lo imitano in tanti, da Paola Taverna fino a Maurizio Buccarella, fino al lucano Vito Petrocelli: “Voto sì anche se bisognava fare di più”. Elisa Bulgarelli è dura: “Speravo che nel M5s fosse rimasta un minimo di coerenza”. Ma è la deputata palermitana Chiara Di Benedetto a sparare: “Abbiamo illuso e offeso le persone che hanno riposto in noi una speranza. La libertà di coscienza sul ddl Cirinnà suona come un patetico tentativo di galleggiare”. Alle 21 di ieri, erano 24 su 35 i sì dei senatori su Twitter. In bilico restano in due (Sergio Puglia e Ornella Bertorotta), con un altro paio di indecisi. Due senatrici che hanno appena partorito potrebbero non essere in aula. Intanto iscritti ed elettori si sfogano sul web: “Auto - gol”, “suicidio”, “vi siete venduti al Vaticano”, “dem o cristiani ”. Dal Pd sibilano: “La mossa dei 5Stelle rende più facile lo stralcio della stepchild”. Una strada per recuperare Alfano e varare la legge, con il M5s che griderebbe all’abbraccio reazionario. Ma la via principale è andare dritti, con i voti dei 5Stelle. Alle prese con le loro coscienze, in rivolta.

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