Gianluca Corrado, candidato Sindaco del M5S a Milano |
E Corrado prende subito sul serio il suo ruolo. “Per ora
siamo dati al 10 per cento, con Stefano Parisi e Giuseppe Sala certi di andare
al ballottaggio. Ma noi puntiamo a scardinare questa previsione e arrivare al
ballottaggio. I tre manager in gara, Parisi, Sala e Corrado Passera,
rappresentano il fallimento del sistema partitico, ormai incapace di proporre
candidature politiche. Noi siamo invece cittadini comuni che desiderano farsi
Stato”. Nel 2011, il Movimento raccolse a Milano soltanto il 3,4 per cento. Ma
allora c’era l’entusiasmo della “rivoluzione arancione” di Giuliano Pisapia;
oggi quel capitolo è chiuso e una consistente fetta dell’elettorato è ancora
incerta e tutt’altro che affascinata dai tre manager. Gianluca Corrado, 39
anni, avvocato nato a Messina e cresciuto a Lipari, vive a Milano dal 2002. In
fondo, ha “studiato da sindaco”, Verso il voto perché è da cinque anni che
lavora a fianco di Mattia Calise, il consigliere comunale Cinque Stelle di
Milano. Ha seguito, da avvocato, tutti i dossier della politica comunale e con
Calise ha predisposto venti denunce sull’operato dell’amministrazione: dalle
opere per il metrò M4 agli appalti irregolari, dall’inquinamento atmosferico
alla gestione dei fondi regionali. Ora, dopo la conferma della votazione online
(634 sì su 876 iscritti), ha iniziato la sua campagna con il tema della
sicurezza. “Sì, ho detto che ho una grande ammirazione per Rudolph Giuliani, il
magistrato italoamericano diventato sindaco di New York. Hanno fatto subito
dell’ironia sul suo slogan, ‘tolleranza zero’. Ma le pare accettabile che a
Milano ti rubino una bicicletta a settimana? I cittadini non ne possono più.
Bisogna porre un argine alla microcriminalità. Di Giuliani mi piace la teoria
della finestra: se vivi in un posto con le finestre rotte, ti sembra normale
prendere un sasso e rompere anche tu un vetro. Ma se le finestre sono tutte
integre, se la città è ben tenuta, ci pensi due volte a prendere in mano il
sasso. Più che ‘tolleranza zero’, io dico: rispetto della legalità”.
Poi la città metropolitana: “Gli altri candidati la
considerano un modo per accentrare a Milano le decisioni per tutti i Comuni
della ex Provincia. Invece deve succedere l’inverso: Milano policentrica,
ognuna delle nove zone in cui è divisa deve contare quanto Sesto San Giovanni,
le nove municipalità e i Comuni devono essere paritari”. Poi Corrado dà una
stoccata alla gestione Pisapia: “Dobbiamo dirlo chiaro: la macchina comunale
non funziona. Certo, Milano non è Roma. Ma non è neanche il paradiso
d’efficienza e legalità che raccontano. È mai possibile che il Comune abbia 204
milioni di crediti non riscossi? Una parte deriva dalle case popolari, e lì
dovremo distinguere tra chi non paga perché non può e i furbi che tolgono una
casa a chi ne ha davvero bisogno. Ma il 30% dei crediti deriva da immobili
commerciali! Non è tollerabile che non vengano riscossi milioni di euro che
potrebbero servire per ristrutturare quelle case popolari che a Milano sono
vuote perché inagibili”. Anche l’inquinamento in città non è più accettabile:
“Il superamento del Pm10 non è un’emergenza, ma è strutturale. Bisogna
sostituire le caldaie condominiali vecchie, disincentivare l’uso delle auto e
rendere elettrici i mezzi pubblici”. La campagna elettorale è appena partita,
ma Corrado ai suoi avversari promette di far vedere le stelle.
Gianni Barbacetto – Il Fatto Quotidiano – 29 marzo 2016 –
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