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domenica 27 settembre 2015

La partita del gas naturale e la sovranità dell'Italia


Andrea Cioffi
"L'energia è da sempre un nodo centrale delle politiche strategiche globali. Il gas naturale, in particolare, ha assunto negli anni un'importanza fondamentale nella ridefinizione degli equilibri globali. L'Europa e l'Italia continuano ad essere fortemente dipendenti dalle importazioni di gas. La Russia fa la parte del leone soddisfacendo il 29% del fabbisogno del continente, per un controvalore di circa 50 miliardi di euro l'anno. Dopo il picco del 2005 il fabbisogno europeo di gas è diminuito, ma è anche declinata contemporaneamente la produzione interna. La dipendenza energetica dalla Russia è diventata quindi più stringente. Il Cremlino ha progettato due nuovi metanodotti,oltre a quello dell'era sovietica che transita per l'Ucraina. Si tratta delNorth Stream (che congiunge il Mar Baltico alla Germania saltando i Paesi est europei) e del South Stream (dai Paesi balcanici all'Italia). Ma se il primo è stato realizzato in tempi brevi e ha iniziato a trasportare il gas russo già dal 2011, il secondo è stato infine abbandonato.
In questo modo, considerando che la crisi ucraina ha acuito i problemi di approvvigionamento del gas attraverso la via tradizionale, la Germania si è ritagliata di fatto il ruolo di fornitrice europea del gas russo, tagliando fuori soprattutto l'Italia, già soffocata insieme agli altri Paesi mediterranei dall'austerità tedesca.
A complicare il quadro c'è il recentissimo accordo tra Germania e Russia per raddoppiare la capacità del gasdotto North Stream, portandola da 55 miliardi di metri cubi l'anno a 110, ovvero la quasi totalità dei 117 miliardi di metri cubi l'anno che l'Europa importa dalla Russia.
Il dominio tedesco in Europa, attraverso gli accordi con la Russia, si accompagna ai movimenti extra-europei della stessa Russia, che lo scorso anno ha trovato un accordo con la Cina per venderle 38 miliardi di metri cubi di gas l'anno a partire dal 2017 (gasdotto Power of Siberia). La Russia quindi diversifica le sue esportazioni energetiche globali proprio mentre la UE diventa sempre più dipendente dal gas naturale russo.
Va notato che il successo delle manovre russe dipende in gran parte dal sostegno tedesco e la Germania, con il raddoppio del North Stream, sembra intenzionata a garantire questo sostegno nel tempo. 
La partita interessa anche e soprattutto gli Stati Uniti. I movimenti russi potrebbero essere letti come il tentativo difensivo di slegarsi dal gasdotto ucraino, che non offre più solide garanzie dopo che il Presidente filo-russo Janukovyc è stato sostituito da Porosenko, dichiaratamente filo-atlantico. Sarebbe bene chiedersi quale sia stato il ruolo degli Stati Uniti in questo improvviso capovolgimento politico.
L'Italia, in tutto ciò, non dovrebbe semplicemente accodarsi all'imperialismo più forte (che rimane di gran lunga quello della Nato a guida americana, considerato sia il lato militare che quello economico), ma agire di sponda per riguadagnare le sostanziose porzioni di sovranità sottratte al popolo italiano negli ultimi decenni. 
L'Italia non ha bisogno né di un'Europa a guida tedesca, né di un nuovo imperialismo russo-cinese né del soffocante e deleterio imperialismo americano. I conflitti tra le superpotenze vanno sfruttati, ma sempre tenendo conto che il fine ultimo è la sovranità del popolo italiano.
In questo senso, le principali mosse devono riguardare gli investimenti in efficienza energetica, la produzione distribuita di energia, sistemi di accumulo e sviluppo delle fonti rinnovabili. Ma per passare dalle parole ai fatti servono statisti, e non marionette catapultate a Palazzo Chigi da precisi interessi esteri".

Andrea Cioffi, portavoce MoVimento 5 Stelle Senato

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