Andrea Cioffi |
"L'energia
è da sempre un nodo centrale delle politiche strategiche globali. Il gas
naturale, in particolare, ha assunto negli anni un'importanza fondamentale
nella ridefinizione degli equilibri globali. L'Europa e l'Italia continuano ad
essere fortemente dipendenti dalle importazioni di gas. La Russia fa la parte
del leone soddisfacendo il 29% del fabbisogno del continente, per un
controvalore di circa 50 miliardi di euro l'anno. Dopo il picco del 2005 il
fabbisogno europeo di gas è diminuito, ma è anche declinata contemporaneamente
la produzione interna. La dipendenza energetica dalla Russia è diventata quindi
più stringente. Il Cremlino ha progettato due nuovi metanodotti,oltre a quello
dell'era sovietica che transita per l'Ucraina. Si tratta delNorth Stream (che
congiunge il Mar Baltico alla Germania saltando i Paesi est europei) e del South Stream (dai
Paesi balcanici all'Italia). Ma se il primo è stato realizzato in tempi brevi e
ha iniziato a trasportare il gas russo già dal 2011, il secondo è stato infine
abbandonato.
In
questo modo, considerando che la crisi ucraina ha acuito i problemi di
approvvigionamento del gas attraverso la via tradizionale, la Germania si è
ritagliata di fatto il ruolo di fornitrice europea del gas russo, tagliando
fuori soprattutto l'Italia, già soffocata insieme agli altri Paesi mediterranei
dall'austerità tedesca.
A
complicare il quadro c'è il recentissimo accordo tra Germania e Russia per
raddoppiare la capacità del gasdotto North Stream, portandola da 55 miliardi di
metri cubi l'anno a 110, ovvero la quasi totalità dei 117 miliardi di metri
cubi l'anno che l'Europa importa dalla Russia.
Il
dominio tedesco in Europa, attraverso gli accordi con la Russia, si accompagna
ai movimenti extra-europei della stessa Russia, che lo scorso anno ha trovato
un accordo con la Cina per venderle 38 miliardi di metri cubi di gas l'anno a
partire dal 2017 (gasdotto Power of Siberia). La Russia quindi
diversifica le sue esportazioni energetiche globali proprio mentre la UE
diventa sempre più dipendente dal gas naturale russo.
Va
notato che il successo delle manovre russe dipende in gran parte dal sostegno
tedesco e la Germania, con il raddoppio del North Stream, sembra intenzionata a garantire
questo sostegno nel tempo.
La partita interessa anche e soprattutto gli Stati Uniti. I movimenti russi potrebbero essere letti come il tentativo difensivo di slegarsi dal gasdotto ucraino, che non offre più solide garanzie dopo che il Presidente filo-russo Janukovyc è stato sostituito da Porosenko, dichiaratamente filo-atlantico. Sarebbe bene chiedersi quale sia stato il ruolo degli Stati Uniti in questo improvviso capovolgimento politico.
La partita interessa anche e soprattutto gli Stati Uniti. I movimenti russi potrebbero essere letti come il tentativo difensivo di slegarsi dal gasdotto ucraino, che non offre più solide garanzie dopo che il Presidente filo-russo Janukovyc è stato sostituito da Porosenko, dichiaratamente filo-atlantico. Sarebbe bene chiedersi quale sia stato il ruolo degli Stati Uniti in questo improvviso capovolgimento politico.
L'Italia,
in tutto ciò, non dovrebbe semplicemente accodarsi all'imperialismo più forte
(che rimane di gran lunga quello della Nato a guida americana, considerato sia
il lato militare che quello economico), ma agire di sponda per riguadagnare le
sostanziose porzioni di sovranità sottratte al popolo italiano negli ultimi
decenni.
L'Italia
non ha bisogno né di un'Europa a guida tedesca, né di un nuovo imperialismo
russo-cinese né del soffocante e deleterio imperialismo americano. I conflitti
tra le superpotenze vanno sfruttati, ma sempre tenendo conto che il fine ultimo
è la sovranità del popolo italiano.
In
questo senso, le principali mosse devono riguardare gli investimenti in
efficienza energetica, la produzione distribuita di energia, sistemi di
accumulo e sviluppo delle fonti rinnovabili. Ma per passare dalle parole ai
fatti servono statisti, e non marionette catapultate a Palazzo Chigi da precisi
interessi esteri".
Andrea Cioffi,
portavoce MoVimento 5 Stelle Senato
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