Nei giorni in cui si è
insediato il commissario straordinario Tronca e si è aperto i processo Mafia
Capitale, la politica pensa alla grande sfida di primavera.
I nomi dei candidati
corrono liberi sul web e nelle stanze delle segreterie dei partiti.
Alcuni si sono già palesati come Alfio Marchini e Giorgia Meloni, altri sono
ancora da mettere in campo.
Ciò che è certo e matematico è che se si votasse oggi a Roma, il M5s vincerebbe
a man bassa con qualsiasi candidato e contro qualsiasi candidato. Il movimento di Beppe
Grillo viene stimato dagli istitituti demoscopici tra il 29 e il 33%.
Analizzando i dati che emergono nella prima settimana del dopo Marino, il
crollo del Pd pare verticale, come avevamo già anticipato un mese fa: la sua
consistenza oscilla tra il 17 e il 20%.
In particolare, per
l'istituto di Nicola Piepoli, il M5s si piazza oggi al 29% contro il 20% del Pd.
Demopolis alza l'asticella e porta il M5s al 33% con il Pd al 17%.
Emerge in tutte le
rilevazioni di queste ultime ore che una ipotetica lista civica guidata da
Ignazio Marino prenderebbe più o meno la stessa percentuale di quella di un
candidato del Pd: 17% circa.
E viene a galla che la
spinta propulsiva del successo del M5s a Roma sarebbe l'elettorato della
sinistra anrirenziana che, in mancanza di un progetto alternativo, farebbe
orientare le sue preferenze verso un candidato di Grillo.
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