Gli scatti si riferiscono al periodo 2003-2006 sotto la
presidenza di George W. Bush
Il Dipartimento della Difesa statunitense ha reso pubbliche
198 foto di prigionieri maltrattati e abusati dalle forze Usa in Iraq e
Afghanistan tra il 2003 e il 2006 dopo aver perso una battaglia legale durata
circa dieci anni.
La maggior parte degli scatti mostrano lividi ed
escoriazioni su corpi di prigionieri il cui volto è rimasto oscurato e
provengono da indagini militari interne e sono relative al periodo subito
successivo all’invasione dell’Iraq voluta da George W. Bush. Secondo quanto riporta
il portavoce del Dipartimento della Difesa Usa, nei casi accertati di abusi, 65
militari sarebbero stati condannati con pene che vanno da lettere disciplinari
alla prigione.
Le foto sono state pubblicate dopo una lunga battaglia
legale condotta dall’American Civil Liberties Union (Aclu) iniziata nel 2004.
In realtà l’associazione puntava a rendere pubbliche 2000 fotografie in
possesso del Pentagono e, dopo questo primo passo, continuerà a spingere perché
anche le restanti vengano diffuse. «Le foto pubblicate oggi rappresentano solo
una piccola parte della storia di orrore nella prassi del governo degli Stati
Uniti in termini di torture» spiega in un comunicato Naureen Shah, direttore
del Security and Human Rights Program statunitense di Amnesty
International.
Gli avvocati del Pentagono sostengono che la pubblicazioni
di questo tipo di immagini può rappresentare un «grave rischio per la sicurezza
nazionale» perché i terroristi potrebbero utilizzarle come forma di propaganda
contro gli Stati Uniti.
Il presidente Barack Obama aveva già previsto di pubblicare
tutte le immagini nel 2009, ma poi cambiò idea dopo le obiezioni ricevute dal
governo iracheno e dai vertici militari statunitensi.
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