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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

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mercoledì 2 marzo 2016

OGGI IL VOTO SULLA TASSA RAI - Di Battista (M5S): “Insegnerò a non pagare il canone”

Alessandro Di Battista
Attesa per oggi in prima lettura alla Camera del deputati l’approvazione in prima lettura del ddl sul nuovo fondo per l’editoria. Il provvedimento prevede anche che tra le fonti di finanziamento ci siano anche un contributo di solidarietà da parte delle concessionarie pubblicitarie e anche 100 milioni di euro provenienti da eventuali maggiori entrate del canone Rai in bolletta. Escluse da un emendamento della commissione i proventi delle multe Agcom. Ieri il dibattito in aula ha registrato la dura opposizione del Movimento Cinque Stelle. Alessandro Di Battista ha posto ancora una volta il problema dell’assenza di pluralismo nella tv di Stato: “Perché noi dobbiamo pagare voi per mentirci? - ha detto - Io non ho il televisore e non pagherò il canone, dirò anche ai cittadini come fare per non pagarlo”. La protesta di Di Battista è, secondo Sergio Boccadutri (Pd), “doppiamente ridicola”: “Perché viene dalle aule parlamentari - spiega - e perché a sollevarla è uno che stasera (ieri per chi legge, ndr) sarà ospite a Ballarò senza contraddittorio”. I Cinque Stelle insistono anche sulla delega data al governo affinché individui la platea di beneficiari dei contributi.
Il Fatto Quotidiano – 2/3/2016 – pag. 11

domenica 27 dicembre 2015

Ecco come il governo ha spento la #RAI

Silvia Chimienti (M5S)
Un servizio radiotelevisivo pubblico indipendente, lontano dalle logiche dello share, in cui si alimentano la professionalità e i talenti del mondo dei media, in cui si coltivano i giovani in gamba che lavorano nella cinematografia e nel documentarismo. E' così che il Movimento 5 Stelle avrebbe voluto finalmente la Rai.
Invece oggi, grazie a un disegno di legge governativo, ci ritroviamo con una tv pubblica interamente nella mani del governo, costruita a immagine e somiglianza del presidente del consiglio Matteo Renzi. E tutto nel silenzio assordante di un Paese anestetizzato, che oggi sembra non reagire, ma che qualche anno fa sarebbe stato pronto a salire sulle barricate se tutto lo avesse fatto un governo di centrodestra.
Quella che il Parlamento ha appena approvato è una lottizzazione 2.0, in cui c'è un Cda nelle mani della maggioranza e un governo che si nomina il super amministratore delegato, il quale a sua volta nomina tutti i dirigenti apicali, i direttori di rete, i giornalisti, in spregio a qualsiasi regola democratica e di indipendenza del servizio pubblico.
Un indiscutibile balzo nel passato, che ci equipara a paesi come la Moldavia e l'Ungheria, gli unici in Europa a nominare l'amministratore delegato tramite il Governo, senza alcun tipo di cuscinetto.
Il sistema messo in piedi è funzionale a fare della tv pubblica la cassa di risonanza del governo, affinchè racconti una realtà distorta, in cui i problemi e i drammi del Paese si nascondono o vengono edulcorati, per lasciar spazio alla storiella del 'tutto va bene', il 'Pil cresce' e la 'disoccupazione diminuisce' tanto caro a Renzi.
Eppure la strada per l'indipendenza della Rai era un sentiero percorribile con la volontà di tutti. Il M5S aveva presentato una serie di proposte, paletti di buon senso per introdurre in Rai trasparenza e competenza e per spazzare via i partiti dalla tv pubblica: non appartenere al Parlamento negli ultimi 5 anni prima di entrare nel Cda, per esempio, e non far parte di segreterie di partito.
Maggioranza e governo li hanno bocciati tutti e oggi nel Cda di Viale Mazzini ci ritroviamo l'ex spin doctor di Renzi, Guelfo Guelfi, e l'attuale assistente del Presidente della Commissione Istruzione del Senato Rita Bordoni, in quota PD.
Di cose mal fatte nel testo ce ne sono tante altre: dalla deroga sugli appalti, per continuare a favorire gli amici degli amici, alla delega in bianco al governo per il testo unico dei media, così la comunicazione e l'informazione resteranno la ricca torta che si spartiranno i soliti noti.

Il governo non è stato in grado nemmeno di applicare un principio semplice e di buon senso: almeno destinare i soldi del canone, recuperati inserendo la tassa nella bolletta dell'energia elettrica, nella Rai stessa, reinvestirli per far crescere e migliorare questa azienda che, purtroppo per tutti noi, continuerà a spegnersi nelle mani di una classe politica ingorda.

sabato 26 dicembre 2015

Cryptare tutti i canali della RAI

Il Presidente del Consiglio aveva promesso di togliere la Rai ai partiti e restituirla ai cittadini e, invece, l'ha messa alle dirette dipendenze del governo. Due piccioni con una fava. Con un doppio colpo Palazzo Chigi ha portato sotto il proprio diretto controllo i 2 pilastri dell'autonomia e dell'indipendenza dei Servizi Pubblici: fonti di nomina e finanziamenti. In pericolo, ora, ci sono il pluralismo e la libertà di informazione con gravi conseguenze per gli equilibri democratici.

Con questa petizione si da la possibilità al cittadino di scegliere l'emittente televisiva libera da "museruola" senza essere costretto a foraggiare una emittente televisiva controllata dal governo di turno.
Firma anche tu la mia petizione.
Collegati QUI firma e condividi con i tuoi amici. Facciamoci sentire