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11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

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lunedì 26 ottobre 2015

I genitori del ladro ucciso: "Ora l'omicida deve pagare"

Mark Gjoni e la moglie Marie difendono Gjergi: "Vogliamo avere giustizia". Poi la frase sibillina: "Ci affidiamo alle autorità italiane, siamo certi che i magistrati e i giudici sapranno dirci la verità su quanto è accaduto".
"Se nostro figlio ha sbagliato, ha sbagliato molto di più chi lo ha ucciso. Per questo vogliamo giustizia". Mark Gjoni e la moglie Marie difendono Gjergi, il ladro albanese che, entrato nella villetta diVaprio d'Addda per svaligiarla, è stato freddato da Francesco Sicignano. Non una parola di scuse per il pensionato e la sua famiglia, che nel cuore della notte sono stati assaliti da una banda di albanesi, ma solo accuse per un colpo partito solo per legittima difesa.
Dopo gli inquirenti che hanno indagato il pensionato 65enne con l'accusa di "omicidio volontario", ci si mettono i parenti del ladro albanese che era entrato nella villetta di Vaprio d'Adda con intenti amichevoli. "C’è incredulità e rabbia - spiegano i genitori che si trovano in Albania - la rabbia di chi non capisce e vuole sapere. È umano, di fronte a una morte così". Adesso Mark Gjoni e la moglie Marie pretendono dall'Italia due cose: "potere riabbracciare nostro figlio" e "avere giustizia". Uno schiaffo a Sicignano e alla sua famiglia che sono le vere vittime di questo triste fatto di cronaca nera. "Ci affidiamo alle autorità italiane - dicono i coniugi Gjoni - siamo certi che i magistrati e i giudici sapranno dirci la verità su quanto è accaduto. Non abbiamo nessun sentimento di vendetta verso quell’uomo - aggiungono - Ma se ha sbagliato deve pagare".
Per il pensionato, che ha sparato e ucciso il loro figlio solo per legittima difesa, non c'è spazio per una sola parola di scuse. Anzi. I genitori del ladruncolo replicano stizziti: "Sarà la sua coscienza a dirgli se può dormire tranquillo e non avere rimorso per aver ucciso un ragazzo. Solo la sua coscienza gli dirà se può guardare in faccia figli e nipoti senza provare vergogna. La coscienza - aggiungono - parlerà in silenzio a questa persona. Gli dirà se è un uomo o un assassino".

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Contributo personale all'articolo
Ora dopo il danno anche la beffa. E' non è nemmeno il primo caso, in Italia, che i parenti più stretti della vittima (il ladro!!) si rivolgono ad un avvocato per chiedere il risarcimento per la perdita del proprio "caro". Ora pare che sia diventata quasi una "moda" uscire allo scoperto e chiedere il risarcimento danni "perché il ladro non ha potuto portare al termine tranquillamente la propria azione criminale" perché il proprietario ha preso una pistola e lo ha "tolto di mezzo". Sarebbe meglio che la stampa facesse a meno di enfatizzare queste notizie e che si dedicasse più alla persona che ha subito il vero danno. 
Fabio Angeletti

giovedì 22 ottobre 2015

Legittima difesa, Renzi: “Legge modificabile”

I politici cavalcano il caso del pensionato che ha sparato e ucciso un ladro: riforma dell’articolo 52


Colpito al cuore, sparo frontale, esploso dall’alto al basso. Non in casa, ma all’esterno, mentre la vittima si trovava sulle scale. A due giorni dai fatti di Vaprio d’Adda con il pensionato Francesco Sicignano accusato di omicidio volontario per la morte di un ragazzo romeno di 28 anni, le cose cambiano, la dinamica si modifica. Al terzo piano della villetta di via Cagnola non c’è sangue.

Il delitto è avvenuto all’esterno. La ricostruzione dell’uomo, eletto eroe dalla Lega nord, non convince, Sicignano ha mentito? Se sì perché? Resta un dato incontrovertibile: la vittima, assieme a due complici, stava tentando un furto in casa. Sicignano poteva non sparare? La sua reazione ha superato la legittima difesa? O peggio si è trattato di un vero e proprio omicidio? Domande che oltre alla procura di Milano, interrogano anche la politica con sfumature diverse. E così dopo la delirante uscita dell’eurodeputato leghista Gianluca Buonanno su un fondo pubblico per incentivare l’acquisto di pistole, e la netta presa di posizione, oltre che del Carroccio, anche di Fratelli d’Italia a favore dell’indagato, ora anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi entra nella discussione. “Chi si trova in casa qualcuno –ha detto ieri – ha una reazione comprensibile ma il codice dice che ci deve essere proporzionalità. Rispetto alla sicurezza saremo sempre in prima linea ma senza strumentalizzare”. Sulla legittima difesa “si può discutere con il buonsenso perché stiamo parlando di una dinamica da non affrontare sull’onda dell’emozione”.
Ed è proprio quest’ultimo passaggio che apre nuovi scenari per l’articolo 52 del codice penale che disciplina appunto la legittima difesa. Dal 2006 la riforma dell’articolo autorizza l’utilizzo di un’arma “legittimamente detenuta” per difendere “la propria o altrui incolumità” e “i beni propri o altrui”. La questione è molto sentita. Tanto che ieri, intervistato dalla Stampa, il viceministro di Giustizia Enrico Costa (Ncd) ha spiegato che “la criminalità sta cambiando” e per questo “il legislatore ha il dovere di cambiare le pene”. Da qui l’annuncio di una ulteriore modifica della legge. Costa però puntualizza: “È chiaro che non esiste il diritto alla vendetta ”. Insomma la discussione è aperta. Difficile però restare oggettivi davanti all’emozione. Succede ai cittadini, ma anche alla politica. Così Corrado Passera, candidato sindaco a Milano punta sul “comprendere le ragioni dello sparatore”. E mentre Matteo Salvini e la Lega tutta non si smuovono dalla granitica certezza che Francesco Sicignano “ha fatto bene ”, il governatore della Toscana Enrico Rossi lancia appelli affinché “l’Italia non diventi il Paese delle sparatorie, abbiamo uno che ha reagito, ha sparato, ha ucciso, e si mostra alla finestra orgoglioso di quello che ha fatto”.