di Sergio Mattarella
Ripubblichiamo il testo dell’intervento di Sergio Mattarella
pronunciato alla Camera contro la riforma costituzionale del governo Berlusconi
il 20 ottobre 2005.
Tra la metà del 1946 e la fine del 1947, in quest'aula, si è
esaminata, predisposta ed approvata la Costituzione della Repubblica. Con l’attuale
Costituzione, che vige dal 1948, l'Italia è cresciuta, nella sua democrazia
anzitutto, nella sua vita civile, sociale ed economica. In quell'epoca, vi
erano forti contrasti, anche in quest'aula. Nell'aprile del 1947 si era formato
il primo governo attorno alla Democrazia Cristiana, con il Partito comunista e
quello socialista all'opposizione. Vi erano contrasti molto forti,
contrapposizioni che riguardavano la visione della società, la collocazione
internazionale del nostro paese. Vi erano serie questioni di contrasto, un
confronto acceso e polemiche molto forti. Eppure, maggioranza e opposizione,
insieme, hanno approvato allora la Costituzione. Al banco del Governo, quando
si trattava di esaminare provvedimenti ordinari o parlare di politica e di
confronto tra maggioranza e opposizione, sedevano De Gasperi e i suoi ministri.
Ma quando quest’aula si occupava della Costituzione, esaminandone il testo, al
banco del Governo sedeva la Commissione dei 75, composta da maggioranza ed
opposizione. Il Governo di allora, il Governo De Gasperi, non sedeva ai banchi
del Governo, per sottolineare la distinzione tra le due dimensioni: quella del
confronto tra maggioranza ed opposizione e quella che riguarda le regole della Costituzione.
Questa lezione di un Governo e di una maggioranza che, pur nel forte contrasto
che vi era, sapevano mantenere e dimostrare, anche con i gesti formali, la
differenza che vi è tra la Costituzione e il confronto normale tra maggioranza
ed opposizione, in questo momento, è del tutto dimenticata. Le istituzioni sono
comuni: è questo il messaggio costante che in quell’anno e mezzo è venuto da
un’Assemblea costituente attraversata – lo ripeto – da forti contrasti
politici. Per quanto duro fosse questo contrasto, vi erano la convinzione e la
capacità di pensare che dovessero approvare una Costituzione gli uni per gli
altri, per sé e per gli altri. Questa lezione e questo esempio sono stati del
tutto abbandonati.
OGGI, VOI DEL GOVERNO e della maggioranza state facendo la
“vostra” Costituzione. L’avete preparata e la volete approvare voi, da soli,
pensando soltanto alle vostre esigenze, alle vostre opinioni e ai rapporti
interni alla vostra maggioranza. Il Governo e la maggioranza hanno cercato
accordi soltanto al loro interno, nella vicenda che ha accompagnato il formarsi
di questa modifica, profonda e radicale, della Costituzione. Il Governo e la
maggioranza – ripeto – hanno cercato accordi al loro interno e, ogni volta che
hanno modificato il testo e trovato l’accordo tra di loro, hanno blindato tale
accordo. Avete sistematicamente escluso ogni disponibilità ad esaminare le
proposte dell'opposizione o anche soltanto a discutere con l'opposizione. Ciò
perché non volevate rischiare di modificare gli accordi al vostro interno, i
vostri difficili accordi interni. Il modo di procedere di questo Governo e di
questa maggioranza – lo sottolineo ancora una volta – è stato il contrario di
quello seguito in quest’aula, nell’Assemblea costituente, dal Governo, dalla
maggioranza e dall’opposizione di allora. Dov'è la moderazione di questa
maggioranza? Non ve n'è! Dove sono i moderati? Tranne qualche sporadica
eccezione, non se ne trovano, perché la moderazione è il contrario
dell’atteggiamento seguito in questa vicenda decisiva, importantissima e
fondamentale, dal Governo e dalla maggioranza. Siete andati avanti, con questa
dissennata riforma, al contrario rispetto all’esempio della Costituente,
soltanto per non far cadere il Governo (...). Ebbene, questa modifica è fatta
male e lo sapete anche voi. Con questa modifica dissennata avete previsto che
la gran parte delle norme di questa riforma entrino in vigore nel 2011. Altre
norme ancora entreranno in vigore nel 2016, ossia tra 11 anni. Per esempio, la
norma che abbassa il numero dei parlamentari entrerà in vigore tra 11 anni, nel
2016! Sapete anche voi che è fatta male, ma state barattando la Costituzione
vigente del 1948 con qualche mese in più di vita per il Governo Berlusconi.
Questo è l’atteggiamento che ha contrassegnato questa vicenda. Ancora una
volta, in questa occasione emerge la concezione che è propria di questo Governo
e di questa maggioranza, secondo la quale chi vince le elezioni possiede le
istituzioni, ne è il proprietario. Questo è un errore. È una concezione
profondamente sbagliata. Le istituzioni sono di tutti, di chi è al Governo e di
chi è all'opposizione. La cosa grave è che, questa volta, vittima di questa
vostra concezione è la nostra Costituzione.
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