La due giorni di festa Una società lussemburghese
è tra i
soci dell’autodromo dove si svolgerà l’evento
Bene che vada è un conflitto su diversi interessi. Il
Movimento 5 Stelle finanzierà con le due giornate di Imola – il momento in cui
si fanno i bilanci di un anno e si disegnano le strategie future – il nemico
che combatte con ripetuta asfissia: una società che ha sede in Lussemburgo, uno
dei tanti paradisi fiscali e la filiera di società misto pubblico e private,
coop mascherate che compongono la filiera del Pd. Sì, perché l'Autodromo di
Imola è di proprietà di un consorzio pubblico, il Con.Ami, terzo azionista di
Hera, che con l'autodromo ha bruciato nell'arco di quattro anni 6 milioni di
soldi pubblici. Il resto delle quote azionarie, invece, è in mano a Uberto
Selvatico Estense, presidentissimo della società a perdere che gestisce
l'autodromo, la Formula Imola, che controlla attraverso una società
lussemburghese. In mezzo all'inghippo c'è un piccolo problema: gli affittuari
dell'autodromo hanno chiesto al Movimento di non diffondere il prezzo pattuito
per l'affitto dell'autodromo. E i 5Stelle, per ora, non hanno rotto l'accordo.
Sappiamo che l'evento costerà qualcosa come mezzo milione di
euro e quasi la metà saranno destinati all'affitto, ma sono voci, niente di
certo. La cifra verrà resa nota solo al termine. Tutti presupposti che
rischiano di mettere in imbarazzo chi ha scelto la location. “Avevamo la
necessità di tornare in Emilia Romagna, da dove tutto è partito – spiegano dai
vertici del Movimento – Noi d'altronde paghiamo un canone, non possiamo andare
a vedere gli assetti societari. Scopriamo adesso quello che c’è dietro. Non è
bello”. Parlare dell'autodromo di Enzo e Dino Ferrari è scoprire una ferita
aperta. Ne sa qualcosa lo stesso Pier Luigi Bersani e contro di lui le armi le
affilò l'allora giovane rottamatore, Matteo Renzi: “Attacca Davide Serra, ma
poi a Imola il sindaco che lui ha scelto è in società nell'autodromo con un
finanziere che ha società all'estero”. Bersani aveva dato dei maiali ai
finanzieri con sede alle Cayman. La risposta fu un brillante titolo di Italia
Oggi: “Bersaniani offshore”. Da quel momento in poi smise di parlare
dell'argomento, e sappiamo come è andata a finire. Oggi in una trappola simile
cade Beppe Grillo: non è in società con nessuno, bene specificarlo, ma paga
l'affitto ai suoi nemici. “Non avevamo scelta. Lo scorso anno, a Roma, abbiamo
dovuto attrezzare il Circo Massimo per l'intero evento e alla fine abbiamo
sforato il budget, questa volta abbiamo ripiegato su una struttura già
attrezzata per una due giorni in pieno ottobre”.
I referenti di Grillo in Emilia, comunque, non sapevano a
chi venivano dati dei soldi. L’argomento autodromo, visto lo strapotere del Pd,
è sempre stato una sorta di tabù. Nel 2011, ilfattoquotidiano.it, aveva
spiegato molto bene il gioco di scatole cinesi che componevano la società, ma
in quasi totale solitudine.
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