Resoconto della Commissione Antimafia della Camera dei Deputati dopo la missionea Napoli del 14 e 15 settembre 2015
La missione a Napoli del 14 e 15 settembre 2015 è
stata molto impegnativa sia per le numerosi audizione succedutesi, ma anche per
i numerosi aspetti trattati che vertevano comunque attorno alle problematiche
giovanili.
Nella prima giornata abbiamo audito i rappresentati del
"tavolo della sicurezza", Procuratori e Presidente del Tribunale,
mentre il giorno successivo gli amministratori comunali, il prof. Isaia Sales e
rappresentanti della società civile (padre Zanottelli, don Rinaldi, don Palmese
e D'Amore).
Si è fatta un'attenta analisi del fenomeno camorristico
della città di Napoli. Ovviamente si è dovuto analizzare la territorialità, in
quanto aree diverse della città hanno problemi diversi, alcuni quartieri sono
quasi esentati da fenomeni camorristici mentre altri ne sono pervasi.
L'elemento cardine che è emerso che a seguito della
decapitazione dei capi delle varie famiglie, si è scatenata una
"guerra" tra clan per il controllo del territorio e di conseguenza
del controllo del mercato delle droga. Questi gruppi, privi di leadership
carismatiche, costituiti da giovani poco acculturati con una visione distorta
della realtà, desiderosi di raggiungere il vertice e di arricchirsi, sono
disposti a qualunque efferatezza. Il degrado soprattutto culturale, l'assenza
di sbocchi, le difficoltà economiche e la carenza di lavoro, amplificano e
sostengono questa attività criminale.
Da parte degli organi inquirenti è emersa una grande
capacità investigativa e di coordinamento, naturalmente migliorabile con
l'incremento di mezzi (telecamere) ed uomini.
Tutti hanno escluso l'utilizzo dei militari se non per il
controllo dei "punti sensibili", mentre il contrasto necessita di
conoscenze locali, sociologiche che permettono di cogliere elementi che ad un
controllo superficiale sfuggirebbero.
Tutti sono concordi che se non si lavora nella
"società", incrementando le scuole (il tempo pieno è pressoché
scomparso), creando incubatori e centri di aggregazione giovanile, aiutandoli a
creare impresa, migliorare i servizi sociali (dagli asili nido ai centri per
gli anziani), l'assistenza sanitaria, la legalità nel suo complesso, la
rinascita della città sarà notevolmente rallentata e parziale.
Gli esempi di intervento e di miglioramento sociali non sono
mancati, sia da parte delle istituzioni che cercano di valorizzare le strutture
artistiche e monumentali, mentre i gruppi parrocchiali e non, valorizzano
singole realtà sociali.
Naturalmente si sta facendo un lavoro di sistema città, che
ha portato ad esempio ad una crescita del turismo, a quasi completamento di una
linea metropolitana, alla nuova stazione ferroviaria.
Altra richiesta importate che è emersa è la rivisitazione
della legislazione sui minori, che è apparsa lacunosa, obsoleta, non consona ai
tempi, ma soprattutto non fatta nell'interesse nel minore che ha commesso
reati.
Ora, su Napoli e la sua realtà, si devono tenere i
riflettori accesi, essere presenti non solo quando ci sono i morti per strada
ma sempre. La camorra è un problema che impregna il quotidiano, ogni giorno.
Distrarsi significa essere complici.
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