“Roma e Napoli non gli interessano”
Direttore Enrico Mentana, anche lei pensa che il Movimento
Cinque stelle potrebbe vincere facile questa volta in città come Roma e Napoli,
se solo candidasse Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, mettendo da parte le
proprie regole che lo vietano?
Questo dibattito mi ricorda
quelli simili di chi chiede che la Chiesa, per esempio, si apra sui temi etici.
La Chiesa fa la Chiesa.
E, quindi, i Cinque stelle non possono cambiare le loro regole?
Poi magari le cambieranno
anche. Ricordiamoci che solo lo scorso anno Beppe Grillo al Circo Massimo
teorizzò il rifiuto totale alle partecipazioni televisive dei suoi. Mi pare
proprio che abbiano cambiato idea. Io credo che loro cambieranno quando capiranno
che gli converrà farlo.
Quindi lei non crede che gli convenga vincere a Napoli e
Roma, ad esempio?
Noi addetti ai lavori,
opinionisti e osservatori siamo abituati ai partiti in un altro modo. Ma loro
sono nati e cresciuti con uno spirito diverso, perché dovremmo spiegargli noi
come si sta al mondo? Non ne siamo in grado e neppure ne abbiamo diritto.
Invece pare che Grillo abbia lasciato intendere la
possibilità di Di Maio candidato premier. Gli è scappato un “non è certo”.
Quello magari sarebbe più
in linea anche con le loro regole, è già parlamentare... poi non sappiamo
ancora quale sarà la legge elettorale e quando si voterà per le politiche.
Altro discorso per i candidati a Roma e Napoli, le elezioni sono certe in
primavera e loro ragionano con un’altra logica rispetto agli altri e alle nostre
abitudini, come dicevo prima.
C’è anche l’ipotesi che potrebbero non ritenere strategico
vincere in quelle città, Roma e Napoli potrebbero essere rogne... è possibile
sia così?
Sì, assolutamente. Potrebbe
non interessargli vincere. Per loro potrebbe essere più importante in questa
fase mantenere la regola di far scegliere il candidato alla rete escludendo
dalla corsa chi ha incarichi in altre istituzioni. Ma per questo dico che siamo
abituati ad altre modalità e non ci rendiamo conto di essere di fronte a un
fenomeno nuovo: chi poteva immaginare che da zero alle politiche del 2013
avrebbero ottenuto il 25 per cento dei voti? Loro fanno legittimamente le loro
scelte, condivisibili o meno. E a noi rimane la scelta di votarli o non
votarli.
Insomma, siamo noi che non capiamo?
Credo che forse dipende
anche dal fatto che spesso i Cinque stelle hanno un atteggiamento indisponente
verso la libera stampa, che qualche volta proprio così libera, però, neppure lo
è. E questo, comunque, non basta a giustificare un nostro arrogarci il diritto
a dettare la linea al Movimento cinque stelle.
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