VIDEO 5 GIORNI A 5 STELLE

DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

martedì 20 ottobre 2015

L’Arca, l’Elevato e la nuova lingua del M5s

Dalla D di Di Maio alla M di meet up: slogan e codici del raduno di Imola


Luigi Di Maio ad Imola
Le parole di un Movimento, l’alfabeto della sua festa. Nel raduno nazionale di due giorni a Imola, i Cinque Stelle si sono guardati e contati. E ne hanno dette di ogni, tra slogan, promesse e cazzeggio. Il più loquace, ovvio, è stato Beppe Grillo. Impegnato a coniare nuove definizioni, a distribuire nuovi codici. Un flusso di parole con cui si è quasi stordito da solo. “Ma che cazzo sto dicendo?” si è chiesto a un tratto sul palco, a microfono e cuore aperto. Autocoscienza, per la massa.
ARCA DI NOÈ - Si sentiva e si sente un profeta, quindi non ha resistito. “Il Movimento è la vera arca di Noè, siamo l’unica salvezza non c'è altro” ha arringato Grillo domenica sera. A suo modo sincero: “L’arca la stiamo costruendo quando c’è bel tempo, proprio come Noè”. L’importante (per loro) è farcela prima del diluvio, cioè delle Politiche.
DI MAIO - Il portavoce che studia da premier, l’idolo del popolo 5Stelle che piace pure alle mamme e ai salotti buoni, quello che nei sondaggi di gradimento sta alla pari, sacrilegio, con Grillo. Luigi Di Maio non ha avuto un attimo di tregua a Imola tra i selfie, gli abbracci e le telecamere che ne spiavano i sospiri. Il suo cognome risuonava ovunque. “L’uomo che non suda mai” (copyright Grillo) però si irrita. Gli è capitato anche sabato mattina, leggendo il Casaleggio che sibilava: “Di Maio premier? Non è detto. Non ci sono nomi, saranno scelti dagli iscritti”. E poi, pure Grillo: “Ha ragione Casaleggio, abbiamo delle regole”. Sillabe per difendere lo spirito del M5s, ma soprattutto per tenere calmi gli eletti. Il vicepresidente della Camera ha borbottato, ma pubblicamente è rimasto imperturbabile. Tanto a correre per Palazzo Chigi sarà lui.
DISADATTATI -  “Noi siamo dei diversi, dei disadattati” ha assicurato Grillo. È il vecchio piatto della diversità di comunista memoria, quella di Enrico Berlinguer. Il leader M5s, che un po’ rosso è stato e Berlinguer lo cita sempre volentieri, certi retaggi ce li ha dentro. E rilancia: “Noi siamo il frutto dell’utopia, quella che ti spinge sempre avanti. Abbiamo bisogno di una nuova visione del mondo, perché non ci adattiamo a questo”. Esagerato: quindi grillino.
ELEVATO Come ribadire ruoli e rotta fingendo di scherzare. In questo Grillo è abile, sulfureo. “Io sono l’elevato , chiamatemi così d’ora in poi: il guru è Casaleggio. Io sto un po’ più su”. Tradotto, io sono il fondatore, il volto, il marchio. E me ne sto (soprattutto) in cielo, lontano dalle rotture di scatole. Il capo politico, quello che ha il timone e sbroglia i problemi, è Casaleggio.
GOVERNO - È stata la parola chiave del raduno, è la meta che il M5s rivendica. Lo hanno raccontato anche gli interventi: il Di Maio che ha comiziato da candidato premier, l’Alessandro Di Battista che ha parlato da ministro degli Esteri, il Roberto Fico che si è soffermato sulla Rai, perfetto per le Comunicazioni. “Si amo pronti a governare” hanno ripetuto Grillo e Casaleggio. “Metteteci alla prova” è il mantra.
MEETUP  -Sono i gruppi territoriali, la dorsale del Movimento. Ma alla festa sono finiti dietro la lavagna. “I meet up non possono usare il simbolo del M5s”, ha tuonato Grillo. “Non siete liste elettorali” hanno scandito Fico e Di Battista in faccia agli attivisti, che hanno affollato i due incontri sul tema. Temono infiltrati e arrivisti, i 5Stelle. E invocano la purezza delle origini. “Ho visto attivisti spacciare mozioni” ha ringhiato il fondatore. Perché il Movimento ha paura di diventare come gli altri: un partito.

Nessun commento:

Posta un commento