Dalla D di Di Maio alla M di meet up: slogan e codici del raduno di Imola
Luigi Di Maio ad Imola |
Le parole di un Movimento, l’alfabeto della sua festa. Nel
raduno nazionale di due giorni a Imola, i Cinque Stelle si sono guardati e
contati. E ne hanno dette di ogni, tra slogan, promesse e cazzeggio. Il più
loquace, ovvio, è stato Beppe Grillo. Impegnato a coniare nuove definizioni, a
distribuire nuovi codici. Un flusso di parole con cui si è quasi stordito da
solo. “Ma che cazzo sto dicendo?” si è chiesto a un tratto sul palco, a
microfono e cuore aperto. Autocoscienza, per la massa.
ARCA DI NOÈ - Si sentiva e si sente un profeta, quindi non
ha resistito. “Il Movimento è la vera arca di Noè, siamo l’unica salvezza non
c'è altro” ha arringato Grillo domenica sera. A suo modo sincero: “L’arca la
stiamo costruendo quando c’è bel tempo, proprio come Noè”. L’importante (per
loro) è farcela prima del diluvio, cioè delle Politiche.
DI MAIO - Il portavoce che studia da premier, l’idolo del
popolo 5Stelle che piace pure alle mamme e ai salotti buoni, quello che nei
sondaggi di gradimento sta alla pari, sacrilegio, con Grillo. Luigi Di Maio non
ha avuto un attimo di tregua a Imola tra i selfie, gli abbracci e le telecamere
che ne spiavano i sospiri. Il suo cognome risuonava ovunque. “L’uomo che non
suda mai” (copyright Grillo) però si irrita. Gli è capitato anche sabato
mattina, leggendo il Casaleggio che sibilava: “Di Maio premier? Non è detto.
Non ci sono nomi, saranno scelti dagli iscritti”. E poi, pure Grillo: “Ha
ragione Casaleggio, abbiamo delle regole”. Sillabe per difendere lo spirito del
M5s, ma soprattutto per tenere calmi gli eletti. Il vicepresidente della Camera
ha borbottato, ma pubblicamente è rimasto imperturbabile. Tanto a correre per
Palazzo Chigi sarà lui.
DISADATTATI - “Noi siamo
dei diversi, dei disadattati” ha assicurato Grillo. È il vecchio piatto della
diversità di comunista memoria, quella di Enrico Berlinguer. Il leader M5s, che
un po’ rosso è stato e Berlinguer lo cita sempre volentieri, certi retaggi ce
li ha dentro. E rilancia: “Noi siamo il frutto dell’utopia, quella che ti
spinge sempre avanti. Abbiamo bisogno di una nuova visione del mondo, perché
non ci adattiamo a questo”. Esagerato: quindi grillino.
ELEVATO Come ribadire ruoli e rotta fingendo di scherzare.
In questo Grillo è abile, sulfureo. “Io sono l’elevato , chiamatemi così d’ora
in poi: il guru è Casaleggio. Io sto un po’ più su”. Tradotto, io sono il
fondatore, il volto, il marchio. E me ne sto (soprattutto) in cielo, lontano
dalle rotture di scatole. Il capo politico, quello che ha il timone e sbroglia
i problemi, è Casaleggio.
GOVERNO - È stata la parola chiave del raduno, è la meta che
il M5s rivendica. Lo hanno raccontato anche gli interventi: il Di Maio che ha
comiziato da candidato premier, l’Alessandro Di Battista che ha parlato da
ministro degli Esteri, il Roberto Fico che si è soffermato sulla Rai, perfetto
per le Comunicazioni. “Si amo pronti a governare” hanno ripetuto Grillo e
Casaleggio. “Metteteci alla prova” è il mantra.
MEETUP -Sono i gruppi
territoriali, la dorsale del Movimento. Ma alla festa sono finiti dietro la
lavagna. “I meet up non possono usare il simbolo del M5s”, ha tuonato Grillo.
“Non siete liste elettorali” hanno scandito Fico e Di Battista in faccia agli
attivisti, che hanno affollato i due incontri sul tema. Temono infiltrati e
arrivisti, i 5Stelle. E invocano la purezza delle origini. “Ho visto attivisti
spacciare mozioni” ha ringhiato il fondatore. Perché il Movimento ha paura di
diventare come gli altri: un partito.
Nessun commento:
Posta un commento