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domenica 27 marzo 2016

Rai, cinque ore in un mese Il bavaglio tv alle trivelle


Le rilevazioni dell’Authority sullo stato dell’informazione sul referendum: praticamente il vuoto totale
È “l’oscurantismo” dei media, come detto da Piero Lacorazza, presidente Pd del Consiglio regionale della Basilicata, capofila delle Regioni che hanno chiesto il referendum sulle trivelle del prossimo 17 aprile. Il commento era riservato al silenzio dei talk show e dei programmi generici sulla consultazione, prima che fossero pubblicati i dati ufficiali dell’Agcom che mostrano in modo inequivocabile come, dal servizio pubblico alle reti privati, di referendum si parli ben poco. Telegiornali compresi.
L’analisi parte dalla Rai, con monitoraggi sulle trasmissioni di Rai1, Rai2, Rai3 e RaiNews. Il periodo di riferimento va dal 16 febbraio al 20 marzo: 34 giorni durante i quali nei tg Rai si è parlato del referendum per sole 3 ore e 51 minuti in totale. È come se, in media, su ogni canale fosse andato in onda un solo servizio di un minuto e mezzo, una volta al giorno, a orario variabile. E basta. Rai1, ad esempio, dal 16 al 4 marzo non ha speso neanche un secondo per informare sul voto. “In Rai, all’inizio, non si parlava per niente di referendum - spiega Mirella Liuzzi, in commissione Vigilanza per il M5s - Prima ci sono stati i comunicati e le delibere dirette al direttore editoriale Verdelli.
Poi, quando informalmente ci sono arrivati dati sulle tribune elettorali, ci siamo accorti che erano solo 9, disposte in orari assurdi come le 9.30 mattina o la sera tardi”. A lamentarsi, non è stato solo il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai Roberto Fico, ma anche le associazioni. Su loro pressione, almeno le tribune sono aumentate, sono diventate 13 e disposte sull’arco della giornata. Problematica anche l’informazione ‘extra tg’: nei programmi non strettamente giornalistici, l’informazione sul referendum ha raggiunto il traguardo di un’ora e 35 minuti. Il totale fa 5 ore e 26 minuti. Monitorati anche Mediaset, La7, Sky e Nove Dj. I tg dell’azienda del Biscione hanno riservato alle trivelle 2 ore e 14 minuti in totale e neanche un secondo nel periodo tra il 16 febbraio e il 6 marzo. Fuori dall’informazione giornalistica, praticamente il nulla: solo 15 minuti. Tra La7 e La7D, i minuti nei telegiornali sono stati 15, fuori non più di un paio. Un po’meglio Sky che arriva a 1 ora e 18 minuti nei telegiornali (Tv8, Cielo, Skytg24 sul digitale e sul satellite) mentre, a parte 42 minuti sul canale all news non c’è traccia di approfondimenti extra-giornalistici. Ancora assenti dalla rete pubblica, poi, gli spot autogestiti. Sarebbero dovuti partire il 19 marzo, ma così non è stato. Ora, la data della messa in onda ufficiale in Rai è stata prevista per il 29 marzo, 18 giorni prima del voto. “Nei giorni scorsi abbiamo voluto evitare polemiche per rispettare le tragedie delle ragazze in Spagna e dell’attentato di Bruxelles - spiega Lacorazza - però ormai siamo di fronte alla necessità di verificare e tenere alta l’attenzione per capire se tutti i Tg del servizio pubblico parlano del referendum e in che modo. È propaganda quando diciamo che c’è paura del quorum? I dati Agcom dimostrano obblighi di legge rispettati con molta flessibilità da parte del sistema informativo”. Quello del 17 aprile, poi, è un referendum che sta generando un grande movimento di opinione, soprattutto sui social network. “Non si spiega perché il servizio pubblico ne parli così poco: a ben vedere è controproducente per qualsiasi azienda”. 
Virginia Della Sala – Il Fatto Quotidiano – 27 marzo 2016 – pag. 9

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