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martedì 13 ottobre 2015

Altro che fatture Il povero Pontefice molestato dai messaggini del chirurgo

Ignazio, il persecutore di Papa Bergoglio


Papa Francesco
Ci mancava pure questa. Gli hanno detto ladro, bugiardo, incapace, debole, ridicolo, inadeguato e cazzaro, ora è andata a finire che Ignazio Marino è anche uno stalker. E mica lo dice la segretaria del Comune o una hostess del Roma-Philadelphia, lo direbbe il Papa.
I fatti, secondo Dagospia, sarebbero questi: papa Bergoglio qualche mese fa, dà il suo numero di cellulare all’ex sindaco di Roma, il quale comincia a chiamare Bergoglio giorno e notte per accertarsi del suo stato di salute (con l’intenzione di diventare il suo medico personale). Il Papa si irrita e chiede al segretario di Stato Parolin di fargli cambiare numero. Parolin gli spiega che non si può perché quello è il numero che possiedono tutti i capi di Stato e amen. Questa è la ricostruzione dei fatti senza dettagli, ma grazie a fonti interne al Vaticano, sono in grado di rivelarvi come sono andate realmente le cose. Partiamo da come Marino s’è procurato il numero del Papa.
Pare che a un incontro ufficiale, l’ex sindaco abbia utilizzato la vecchia tecnica del “Santo Padre, non trovo il telefonino, mi può fare uno squillo così vedo se magari è in qualche tasca?”. Papa Bergoglio abbocca all’amo. Il telefonino, caduto misteriosamente dietro a un crocifisso d’ottone, comincia a squillare, Marino ringrazia e salva nella rubrica il numero del Santo Padre sotto il nome “Franci”.
A questo punto torna a casa e dopo cena, quando la moglie ha la palpebra calata sul divano, manda il primo messaggino al Papa che vede online su Whatsapp . “Santo padre, alla sua età ancora sveglio? Si riguardi!”. Papa Bergoglio recita venti Padre nostro per espiare la colpa di aver pensato “ma questo perché non si fa i cazzi suoi?” e si mette a dormire. La mattina dopo, il Santo Padre si sveglia, manda un buongiorno su Whatsapp al nipote in Argentina e due minuti dopo riceve un messaggio di Marino: “Santo Padre, che fa, è online e non mi risponde? Tutto bene?”. A quel punto il Santo Padre estrae da una teca un rosario da mezzo chilo dono dei seminaristi in Terra Santa e recita quarantacinque Ave Maria per aver pensato: “Ma questo perché non si fa gli stracazzi suoi?”. Marino non vedendo risposta gli manda l’emoticon con la faccina che piange. Poi quella con gli occhi a cuore. Poi ha un’illuminazione: gli invia quella con le mani giunte in preghiera.

Il Papa, mosso a compassione, gli risponde: “Sto bene, grazie”. Marino fa lo screen-shot del messaggio e lo manda a Veltroni con la scritta “Ah bello, te sarai pure amico di Clooney, ma io whatsappo con il papa”. Poi incalza: “Santo Padre, mi mandi un selfie che io dal bianco dell’occhio le dico come va la cistifellea! ”. Bergoglio, in preda a una crisi di nervi, lo blocca su Whatsapp. Due ore dopo il Papa è affacciato al balcone che recita l’Angelus e sente vibrare la veste. È Ignazio Marino che lo sta chiamando. Allora Bergoglio convoca il Segretario di Stato Parolin e gli chiede di impostare il trasferimento di chiamata sul telefono di Alemanno. Marino richiama: “Sono il sindaco Marino. Allora, come andiamo oggi?”. “Ah Marì, ma vaffanculo!”. Marino, intimamente ferito nella sua dignità, va alla Taverna degli Amici e si beve un litro di Amarone. Per quello mentirà sullo scontrino: non era lì con la moglie, era lì con lo psicoterapeuta. Nel frattempo Parolin comunica a Bergoglio che anche Putin ha provato a chiamarlo sul suo cellulare e Alemanno ha sfanculato anche lui, per cui se vuole che il presidente russo faccia abbassare i due missili nucleari puntati sulla cupola di San Pietro, è bene che torni a rispondere al suo telefono. Per qualche giorno Marino tace, papa Francesco pensa di essersi finalmente liberato del suo stalker e invece l’amara scoperta. Atterra a Philadelphia e scopre che Marino è lì. Insomma. Ora finalmente sappiamo la verità su quel famoso viaggio: Marino non è andato lì per incontrare il sindaco, ma per stalkerare il Papa. P.s. Non date il mio numero a Marino, grazie.

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