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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

mercoledì 23 settembre 2015

Sì della Camera - Il governo disciplinerà gli ascolti “in contraddittorio” con gli indagati e senza stampa. Il forzista Sisto: “È la nostra riforma”

Delega-bavaglio sulle intercettazioni FI applaude Renzi


Il bavaglio che Silvio Berlusconi non è riuscito a mettere ai giornalisti, lo metterà il governo di Matteo Renzi, che prosegue una delle sue battaglie predilette. Non è solo la tesi dei grillini o di Sel. È soprattutto la confessione, con toni trionfalistici, di Francesco Paolo Sisto, ex presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, che ieri a Montecitorio, prima del voto sulla delega al governo, ha scandito: “N oi questa riforma abbiamo cercato di farla in passato ma non ci è stato consentito. L’arrivo in aula di questo tema è un riconoscimento al lavoro svolto in passato da Forza Italia”. Sembra la rievocazione, e la rivendicazione, del Nazareno. Cosa ne sarà delle intercettazioni, che tipo di responsabilità avranno i magistrati che devono riportarle in un’ordinanza di custodia cautelare e il diritto di cronaca che fine farà? Tutti quesiti aperti dopo il voto di ieri che ha approvato a maggioranza una delega in bianco al governo.
Rispetto al testo dei giorni scorsi, la nebulosità del contenuto è addirittura aumentata: sparisce l’udienza filtro, tanto sbandierata, durante la quale era previsto uno stralcio, con il contraddittorio delle parti, delle intercettazioni ritenute irrilevanti penalmente. La maggioranza, e in particolare la presidente della commissione Giustizia, Donatella Ferranti del Pd, si è resa conto che sarebbe stato impossibile tenere un’udienza simile alla vigilia di un provvedimento restrittivo, come era ovvio per tutti: non si può certo avvertire il destinatario. E, dunque, sparisce il riferimento all’udienza e viene inserito un non meglio precisato “processo di selezione” di intercettazioni, da avviare non si sa in che momento. Si legge nella delega: “Prevedere disposizioni dirette a garantire la riservatezza delle comunicazioni e delle conversazioni telefoniche e telematiche oggetto di intercettazione… attraverso prescrizioni che incidano anche sulle modalità di utilizzazione cautelare dei risultati delle captazioni e che diano una precisa scansione procedimentale per la selezione di materiale intercettativo nel rispetto del contraddittorio delle parti, e fatte salve le esigenze di indagine, avendo speciale riguardo alla tutela della riservatezza delle comunicazioni e delle conversazioni delle persone occasionalmente coinvolte nel procedimento, in particolare dei difensori nei colloqui con l’assistito, e delle comunicazioni comunque non rilevanti a fini di giustizia penale”.
Dunque, il governo dovrà inventarsi un modo per garantire la sparizione delle intercettazioni, spesso politicamente imbarazzanti, sia pure penalmente irrilevanti, che i giornalisti pubblicano, esercitando il diritto a informare i cittadini. Magari colpendo al cuore l’informazione. “È giusto che le intercettazioni vengano pubblicate ma ci sono dei limiti che sono quelli della Costituzione e quelli attinenti alla rilevanza penale”, ha dichiarato Ferranti. Il dibattito in aula ieri è stato alquanto vivace, i deputati di M5S sono intervenuti in massa. “Quando nel 2008 a Palazzo Chigi c’era Berlusconi – ha detto il relatore di minoranza Vittorio Ferraresi – il Pd accusava il centrodestra di voler mettere il bavaglio all’informazione... Oggi il Pd sta facendo molto peggio di quanto aveva intenzione di fare Berlusconi”. E Sisto se n’è vantato. M5S, con Mattia Fantinati, accusa: “Incalza e Lupi, Renzi e Adinolfi, Mafia Capitale, Berlusconi e Tarantini... le intercettazioni che hanno svelato i casi della mala politica sono davvero tanti. Lasciare a questo governo la delega in bianco sulle intercettazioni è come incaricare un ladro di scrivere la legge sul furto”. Il capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Walter Verini, non ci sta: “È una balla sostenere che vogliamo bloccare le indagini della magistratura o limitare la libertà di stampa, vogliamo coniugare informazione e privacy”. Gli dà manforte Rocco Buttiglione di Ncd, partito ricco di inquisiti intercettati: “Maurice de Tayllerand che era un farabutto ma capiva bene le cose del mondo, diceva: ‘Datemi il controllo della corrispondenza e farò impiccare anche il cittadino più onesto’”. Esulta il viceministro della Giustizia, Enrico Costa, Ncd: “Questa è la volta buona”. La sparizione dell’udienza filtro non piace alle Camere penali degli avvocati: “Si priverebbe la difesa di ogni contraddittorio sulle scelte in merito allo stralcio di conversazioni”. Ieri il sì alla mano libera per il governo, da oggi via alle manovre e ai veti incrociati.

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