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11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

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giovedì 22 ottobre 2015

Maltempo, M5S: E’ emergenza in Sicilia, Crocetta non chiede il Fondo di Solidarietà Europeo

Presentata Mozione all’Ars, prima firmataria la deputata Cinquestelle Valentina Zafarana: “Presidente non c’è più tempo per giocare, la Sicilia frana e i cittadini piangono lacrime amare”.


Maltempo. M5S: E' emergenza in Sicilia, Crocetta non
chiede il Fondo di Solidarietà Europeo
La Sicilia è in ginocchio. L’agricoltura di un’intera regione, le infrastrutture, le abitazioni private, le imprese, le scuole, gli ospedali e gli edifici pubblici si stanno sgretolando sotto la morsa del maltempo mentre la conta dei danni aumenta di giorno in giorno. “Le responsabilità di tale disastro sono a carico anche e soprattutto di chi ci governa e di chi lo ha fatto in passato”, lapidari i deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars che parlano di “immobilismo”.
“Nulla è stato fatto negli anni per prevenire quanto sta accadendo oggi  sotto i nostri occhi, anzi – continuano i parlamentari Cinquestelle – passerelle di governanti in pompa magna sui luoghi martoriati ne abbiamo viste tante. Non vediamo però azioni concrete ne’ tanto meno l’interesse di beneficiare di tutti i fondi messi a disposizione per emergenze di questo tipo”. Con queste parole i deputati del M5S Sicilia si riferiscono, ad esempio, al Fondo di Solidarietà Europeo. Si tratta di contributi finanziari calcolati in base ai danni diretti provocati da una catastrofe e l’aiuto può essere utilizzato soltanto per operazioni essenziali di emergenza e di recupero e ripristino immediato delle infrastrutture e delle attrezzature nei settori dell’elettricità, delle condutture idriche e fognarie, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell’istruzione.
Proprio in questi giorni, l’europarlamentare Ignazio Corrao, Cinquestelle anche lui, ha presentato un’interrogazione rivolta alla Commissione Europea affinché indichi se la Sicilia può o meno beneficiarne. Ora la deputata all’Ars Valentina Zafarana ha presentato anche una mozione parlamentare, chiede sia anche lo stesso governo regionale a farne richiesta. “Non ne possiamo proprio più di sentire parlare soltanto di rimpasti o di amici e nemici del Pd, – concludono i 14 Cinquestelle – presidente Crocetta non c’è più tempo per giocare, la Sicilia frana e i cittadini piangono lacrime amare”.

Questo non è un paese normale

PAZZESCO! Tutto ciò sembra incredibile nel 2015...Un' auto è stata risucchiata dentro una voragine voragine di sei metri e quattro di profondità si è aperta in corso Vittorio Emanuele a Valverde (Catania). PS. La vettura era stata appena parcheggiata dalla conducente, che per fortuna è rimasta illesa.#m5s #dissestoidrogeologico

Posted by Giulia Grillo Cittadina a 5 Stelle on Giovedì 22 ottobre 2015


giovedì 24 settembre 2015

GOVERNO CROCETTA - La Sicilia, unica Regione a non opporsi alle trivellazioni


CHI HA VOTATO per prostrarsi al diktat del governo nazionale e agli interessi delle compagnie petrolifere dovrà risponderne ai cittadini”. Sono su tutte le furie i deputati regionali del Movimento Cinque Stelle dopo “il voto del Pd all’Ars che ha affossato ”il referendum abrogativo delle norme nazionali che regolano le autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi.“ Grazie a questo ignobile Pd, la Sicilia sarà l’unica regione a non opporsi alle trivellazioni –aggiungono i 14 deputati Cinque Stelle – I cittadini siciliani prendano coscienza, una volta per tutte, di chi li rappresenta in questa assemblea”. “In giorni come questo, mi vergogno di essere siciliano – aggiunge il presidente della commissione Ambiente all’Ars Giampiero Trizzino – Non volevo credere ai miei occhi quando ho visto quasi tutti i deputati del Pd spingere il bottone rosso”. E il M5s rende pubblici i nomi dei deputati che hanno votato contro: il governatore Crocetta, Alloro (Pd), Arancio (Pd), Barbagallo (Pd), Antonello Cracolici (Pd), Di Giacinto (Meg-Ps), Gennuso (Pds-Mp), Gucciardi (Pd), Laccoto (Pd), Lo Giudice (Pdr), Lupo (Pd), Malafarina (Meg-Ps), Marziano (Pd), Antonella Milazzo (Pd), Rinaldi (Pd) e Ruggirello (Pd).

Contributo personale all'articolo:

Il PD oggi ha tradito migliaia di elettori siciliani.

Il Movimento 5 Stelle porterà avanti la battaglia per il referendum contro le trivellazioni. Noi non dimenticheremo la ferita che il PD siciliano ha inferto oggi ai nostri mari. Siete la vergogna di questa terra.

Finalmente tutte le maschere sono cadute, e le pedine sono andate a loro posto.

Intervento del Portavoce del M5S Salvatore Siragusa
Crocetta è ancora dipendente ENI, era quindi ovvio che avrebbe difeso i poteri forti e votato contro il referendum.
A noi resta la vergogna di rappresentare l'unica regione in Italia ad aver votato a favore delle trivellazioni. Vergogna!

Video relativo al suo intervento

Trivelle selvagge, cinque Regioni dicono sì al referendum



Basilicata, Marche, Puglia e Molise. E ieri anche la Sardegna: il consiglio regionale ha votato in favore del referendum contro le trivellazioni per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi nel sottosuolo e in mare, previste nel decreto Sblocca Italia. Con la Sardegna è stato quindi raggiunto il numero necessario per presentare la richiesta del referendum: “Il 30 settembre sarà depositata in Cassazione – spiega al Fatto Quotidiano Enzo Di Salvatore, docente di Diritto costituzionale dell’Università di Teramo ecofondatore del movimento No Triv - Ci sarà il controllo formale della richiesta e tra il 20 gennaio e il 10 febbraio si dovrebbe decidere sulla sua ammissibilità. Se ammissibile, cinque giorni dopo ci sarà il decreto del presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri che indirà il referendum. Insomma, seguendo tutto l’iter, il voto dovrebbe esserci tra il 15 aprile e il 15 giugno”. Lo Sblocca Italia, di fatto, esautora le regioni dalle decisioni in materia di energia, rende la ricerca e le trivellazioni operazioni strategiche e non tiene conto dell'opinione delle Regioni. Proprio come per gli inceneritori. Oggi, però, dovrebbero esprimersi in favore del referendum anche altri consigli regionali: Abruzzo, Veneto, Liguria. Solo la Sicilia, ieri, ha votato contro, inaspettatamente, per otto voti. Secondo i movimenti No Triv, il consiglio si era detto inizialmente d’accordo. Poi è arrivato il no del Pd e dello stesso governatore Rosario Crocetta. “È importante che il referendum si faccia quanto prima – spiega ancora Di Salvatore – perché le trivelle sono ritenute strutture strategiche e allo Sblocca Italia fa riferimento gran parte delle richieste di esplorazione. Che potrebbero essere approvate anche nel giro di un anno”.

giovedì 6 agosto 2015

Altra mannaia sul capo del Presidente della Regione Sicilia. Crocetta e sei assessori indagati per assunzioni a Sicilia e-Servizi.



Iscritti nel registro il governatore e parte della sua ex giunta: Bartolotta, Bonafede, Cartabellotta, Scilabra, Stancheris e Valenti indagati per abuso.
Il presidente della Regione siciliana e l EX magistrato Antonio Ingroia sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Palermo per l'ipotesi di abuso d'ufficio in relazione alla vicenda della società partecipata regionale "Sicilia e-servizi", che si occupa dell'informatizzazione dell'amministrazione. L'iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto dopo che il Gip, nei giorni scorsi, aveva respinto la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura.
Il procedimento penale riguarda una serie di assunzioni che sarebbero state effettuate in violazione delle norme che bloccano le immissioni in servizio nella pubblica amministrazione. Lo scorso 9 marzo, il Gip Lorenzo Matassa aveva rigettato la richiesta di archiviazione "contro ignoti" e aveva ordinato alla Procura di indagare i presunti responsabili, dando loro un nome e cognome in base a un rapporto presentato dalla Guardia di finanza. Oltre a quelle di Crocetta e a Ingroia, che è presidente di Sicilia e-servizi, il Gip si è rifiutato di archiviare anche le posizioni di Mariano Pisciotta, rappresentante dell'organismo di controllo di Sicilia e-servizi, degli assessori regionali in carica all'epoca dei fatti, nel dicembre 2013, ossia Antonino Bartolotta (Infrastrutture), Ester Bonafede (Lavoro), Dario Cartabellotta (Agricoltura), Nelli Scilabra (Formazione), Michela Stancheris (Turismo) e Patrizia Valenti (Funzione pubblica).
L'accusa contro Ingroia muove dal fatto che, da commissario liquidatore, l'ex procuratore aggiunto di Palermo stipulò contratti con 75 dipendenti della Sisev, società privata satellite dell'azienda pubblica: si sarebbe trattato di "assunzioni mascherate" nella pubblica amministrazione, effettuate in violazione delle regole che prevedono le immissioni in servizio nel pubblico e il blocco in questo settore, disposto per ragioni di spending review. L'operazione fu portata a termine dopo un parere dell'Avvocatura dello Stato, che però secondo la Guardia di Finanza non era vincolante, circa la possibilità di assumere a tempo indeterminato nelle società partecipate, con il cosiddetto "ripopolamento": mentre sarebbe dovuto valere il divieto anche di fare assunzioni a tempo determinato.
Crocetta e gli assessori votarono la delibera numero 6 del 2014, che recepì il parere dell'Avvocatura e diede il via libera al transito dei 75 ex Sisev in Ses (Sicilia e-servizi). Il costo dei dipendenti, da marzo 2014 a luglio 2015, è stato valutato in 2.257.736,42 euro. Per questo danno erariale, il governatore, Ingroia, l'avvocato dello Stato Massimo Dell'Aira e i sei assessori sono già stati citati in giudizio dalla Corte dei conti. A Crocetta sono stati chiesti 265 mila euro, a Ingroia e Dell'Aira 100 mila a testa, agli assessori 50 mila ciascuno. Inoltre l'ipotesi, già formulata dai magistrati contabili, è quella di avere arrecato un ingiusto vantaggio, anche patrimoniale, a soggetti che, senza la violazione di legge, non avrebbero ricevuto il denaro.
La Procura di Palermo, all'epoca diretta da Francesco Messineo, il 28 luglio scorso, nonostante il rapporto della Finanza, aveva chiesto di archiviare il procedimento senza nemmeno identificare i presunti responsabili, ma trattando il fascicolo come "ignoti". Il Gip Matassa aveva però obiettato che "non possono dirsi ignoti coloro che sono stati compiutamente identificati dalla polizia giudiziaria, nella nota depositata il 14 aprile 2014".

Credo che per Crocetta sia giunto il momento di ritirarsi