L’Italia nella classifica mondiale della libertà di stampa, realizzata come ogni anno da Reporter senza frontiere, si trova al 73esimo posto, tra la Moldavia e il Nicaragua, 24 posizioni in meno rispetto all’anno precedente. Senza informazione non ci può essere democrazia.
intervento di Roberto Fico
"Che fine ha fatto il pluralismo politico nel nostro Paese?
I dati di Open Tg da giugno ad agosto sono allarmanti [da oggi, potete consultarli qui]. Rispetto all'ultimo trimestre analizzato prima della pausa estiva, la situazione non accenna a migliorare.
Nei notiziari Mediaset è precluso il diritto di ogni
cittadino ad essere informato, dal momento che alcune forze politiche sono state letteralmente
cancellate (al Movimento, per citare un esempio, è stato attribuito il 3% e lo
0% nei mesi di giugno e luglio, rispettivamente da parte del Tg4 e di Studio
Aperto), mentre Forza Italia
raggiunge livelli di presenza inconcepibili sfiorando anche il 71%.
Soltanto il Tg5 tende a salvaguardare un equilibrio, ma esclusivamente tra Pd e
Forza Italia.
Negativa la situazione del servizio pubblico, dove, al di là della disparità di trattamento tra le forze politiche, è il dato del Governo ad allarmare (40% a luglio nel Tg1, 47% a giugno su Rainews).
Anche il TgLa7, nonostante un certo riequilibrio a giugno e a luglio, mostra nel complesso uno schiacciamento sulle forze politiche della maggioranza e sul Governo; lo stesso che caratterizza, senza soluzione di continuità, SkyTg24.
Negativa la situazione del servizio pubblico, dove, al di là della disparità di trattamento tra le forze politiche, è il dato del Governo ad allarmare (40% a luglio nel Tg1, 47% a giugno su Rainews).
Anche il TgLa7, nonostante un certo riequilibrio a giugno e a luglio, mostra nel complesso uno schiacciamento sulle forze politiche della maggioranza e sul Governo; lo stesso che caratterizza, senza soluzione di continuità, SkyTg24.
Siamo
consapevoli che il pluralismo politico nell'informazione non può esprimersi
attraverso dei numeri, perché informare significa riportare alla collettività
la realtà dei fatti con la massima obiettività e imparzialità. Ma è altrettanto
vero che, se le percentuali sono sempre le stesse, se determinate forze
politiche sono sistematicamente cancellate o sottorappresentate nei
telegiornali, nonostante l’intensa attività profusa dentro e fuori dal
Parlamento, ciò significa che l’informazione
non è sana, significa che esiste una precisa volontà di tutelare gli
interessi della maggioranza e del Governo di turno. E così muore la funzione
critica, di "contropotere",
che il sistema dell’informazione è chiamato a svolgere in un Paese democratico.
Rispetto
alla Rai, noi auspichiamo che i nuovi vertici diano immediatamente un segno
della loro volontà di invertire la rotta anche, e soprattutto, in questo
ambito. Per il servizio pubblico è
l’ultima chiamata."
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